Per una scelta inclusiva di Franco Moschini, Compasso d’oro nel 2016, visionario imprenditore che ha contribuito alla diffusione del design Made in Italy nel mondo con marchi come Cassina, Cappellini, Zanotta e la Gebrüder Thonet Vienna, di cui ora è presidente. Scopriamo Interno Marche, un nuovo concept di hospitality da lui fortemente voluto, in omaggio al design italiano degli ultimi 60 anni.

Sì, ne avevamo già parlato dandone un’anticipazione. Ma dopo esserci stata in un press tour personalizzato con due guide di eccezione, l’architetto Cristiana Antonini di ORAstudio che ne ha curato la progettazione, e l’architetto Carlo De Mattia, CDO di Moschini spa e presidente della Fondazione Design Terrae, Interno Marche, l’hotel di Tolentino che omaggia 60 anni di design italiano, merita sicuramente un approfondimento.

Camera Cerri.

Dopo poche parole con chi ci lavora, come il general manager Lorenzo Ceccarelli, i receptionist Gianmarco e Alessandra, il barman Carlo e un po’ tutto lo staff  e con chi ha fortemente contribuito alla sua realizzazione, come l’ingegnere Barbara Capecci, project manager e gli stessi Carlo e Cristiana, si percepisce la coralità del progetto e quanta passione e quale importanza riveste Interno Marche per la città di Tolentino, e il suo territorio, e quanto il presidente Franco Moschini abbia voluto trasmetter in questa sua grande opera di mecenatismo. L’ultima di una serie, pensiamo anche alla ristrutturazione del Politeama, a pochi passi dall’hotel, terminata nel 2016 su progetto di Michele De Lucchi. 

Quella di Interno Marche è una storia legata indissolubilmente all’edificio nel quale si trova, Villa Gabrielli, un piccolo gioiello di architettura Liberty degli Anni ’20, sede dell’azienda Nazareno Gabrielli, fino al 1962, ma anche residenza della famiglia ai piani superiori, casa e bottega. E famose sono rimaste le Gabrielline, le lavoratrici della Gabrielli, privilegiate perché dipendenti in un’azienda all’avanguardia all’insegna di un welfare ante litteram, elegantissime e molto ambite. Ed è la nipote e la bisnipote di due di loro, Alessandra che trovo in reception, a raccontarmi alcuni aneddoti curiosi: il signor Gabrielli dovette chiedere al comune di rimuovere le panchine di fronte alla villa onde evitare assembramenti dei pretendenti delle Gabrielline che lì le aspettavano durante le pause di lavoro; o dell’emozione provata da tutto il paese in occasione dell’inaugurazione di Interno Marche, simbolo di Tolentino e del saper fare artigiano. La villa fu anche sede, dopo il 1962, di Poltrona Frau, azienda torinese acquistata da Franco Moschini con il sostegno dalla famiglia e dalla moglie Isabella Brandi, una nipote di Nazareno Gabrielli. Ma fu anche residenza nei primi anni di matrimonio di Moschini e Isabella Brandi che vissero lì ai piani alti della Villa.

Bello, buono e ben fatto.

È il motto che ha guidato Franco Moschini nel corso della sua esistenza e che l’ha portato a riappropriarsi della villa nel 2016 per riportarla agli antichi splendori e forse anche di più. Nasce quindi l’idea di trasformarla in un hotel. Un processo lungo, impegnativo – Interno Marche è stato inaugurato a fine aprile 2024 dopo 3 anni di cantiere – che vede coinvolte varie figure professionali, ORAstudio, al quale viene affidata la progettazione architettonica e di interior: “Perfetto l’approccio con il quale hanno interpretato designer e movimenti stilistici”, chiosa l’architetto De Mattia; Nicola Delvecchio di Teamwork Hospitality, per la visione di  marketing, Hospitality Project (Marco Pignocchi e Filippo Covili Faggioli) per lo studio del progetto funzionale ma anche per preziosi consigli pratici che derivano da anni di esperienza nel settore.

Le 30 camere, di cui 5 realizzate nelle dependance, sono dedicate ognuna a un progettista, legato alla figura di Franco Moschini, per amicizia e lavoro, mentre le dependace rappresentano un movimento stilistico, Art and Craft, Secessione Viennese, Movimento Moderno, Pop Art, Radical.

La ricerca di ORAstudio è stato filologica, minuziosa, un grande studio delle produzioni di ogni progettista per poi scegliere alcuni pezzi studiati per Poltrona Frau e Thonet e altre aziende di arredo da riproporre nelle camere, dal vero o in riproduzione sulla parete.

E poi la Presidential Suite per la quale Franco Moschini ha scelto personalmente i pezzi: il Veliero disegnato da Franco Albini, una Vanity rossa, il letto Times di Poltrona Frau, la sedia n.1 di Michael Thonet, e il tavolino Vermouth di Gebrüder Thonet Vienna, le lampade Bhusanam di Ettore Sottsass e la Parola di Gae Aulenti e un particolarissimo intonaco realizzato con la tipica paglia di Vienna, icona di Thonet.

L’offerta food&beverage, a cura di Marco Faiella, 20 anni di esperienza nei ristoranti di hotel a 5 stelle, è coperta dal lounge bar che trova spazio, insieme alla sala colazione e alla lobby, nella grande sala a 3 campate che fu il cuore pulsante della produzione dell’opificio mentre il bistrot restaurant -materia e ricette rigorosamente del territorio- insieme alla Spa, che adatta a nuovo uso le antiche vasche in pietra usate per la concia delle pelli e mette in scena un visual design ispirato al Lazlo Moholy-Nagy della scuola Bauhaus, e alla palestra si trovano al piano terra con ingresso dal giardino.

È un hotel da vedere più che da raccontare e da soggiornarci una, due, tre, trenta volte per godere appieno di ogni spazio e apprezzarne ogni dettaglio.

“Ex nihilo nihil” come è scritto sulla parete di uno dei due ingressi di Interno Marche.

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Ph. Cosé Manuel Rossi + German Bourgeat.