Il nuovo mixed use hotel a Roma firmato GaribaldiArchitects.

“Il nostro intento è stato quello di coinvolgere diverse anime e sensibilità intorno all’idea ‘a room is not enough’: questo ci ha permesso di riunire sotto lo stesso tetto l’idea del design e dell’arte contemporanea, dei libri e del cinema, dello studio del verde e del food”, spiega Cristina Paini founder e CEO di LHM, white label company specializzata in hotel management che gestisce la struttura.

Costruito nella prima metà del 1700 e trasformato negli anni ‘60 dall’architetto razionalista Luigi Moretti, Palazzo Velabro sorge in un contesto storico privilegiato nel cuore di Roma, affacciato per un lato sull’arco di Giano, vicino alla Chiesa di San Giorgio al Velabro e all’interno dei Fori Imperial. Oggi torna a vivere con 27 suite di design e 6 camere dove gli ospiti possono fruire di un’esperienza esclusiva che combina l’intimità di un soggiorno in una residenza privata e il comfort offerto dai servizi alberghieri tra cui ristorante, sala fitness e cinema.

L’architetto Alessia Garibaldi.

L’immobile è stato valorizzato da un intervento tailor-made all’insegna dell’arte contemporanea e del design, grazie al progetto di interni dello studio di architettura milanese GaribaldiArchitects.

L’intervento di interni si è posto il duplice obiettivo di valorizzare il contesto storico di prestigio in cui sorge Palazzo Velabro e di creare un luogo esclusivo ma al contempo accogliente, dove arte contemporanea e design si incontrano. Come racconta l’architetto Alessia Garibaldi: Il processo creativo nasce spesso dalle prime sensazioni. Queste affiorano nella mente e si traducono in immagini che vanno poi a comporre l’idea fondante del progetto. Ed è così che già dai primi sopralluoghi del palazzo al Velabro, ho avuto la sensazione di entrare in un luogo intimo dove gli spessi muri romani della struttura architettonica originale, che avevano già accolto la lezione del maestro modernista Luigi Moretti, avessero lo spazio per raccontare una terza storia, la nostra.”

Il risultato è un progetto di mixed-use hotel arredato con oggetti di design originali, vintage e creati su misura.

Quattro gli elementi protagonisti del progetto di GaribaldiArchitects: il colore, il legno noce canaletto, i marmi e la terra cruda, in particolare color cipria, che rafforza la matericità dei muri e l’intimità dei luoghi. Nello stesso tempo l’intervento fonda la sua riconoscibilità su alcuni temi riproposti nei sei piani del palazzo: la storia, per cui sono state preservate le partizioni originarie settecentesche, l’arte e il viaggio. La committente Cristina Paini di LHM e l’architetto Alessia Garibaldi, appassionate di arte contemporanea, hanno pensato a questo progetto come a uno spazio con opere d’arte sia site specifiche da progetti in divenire.

Gli spazi appositamente studiati, come la parete espositiva della lounge d’ingresso, i corridoi e le suite, vedranno i giovani artisti romani e non, confrontarsi sul tema del contemporaneo spaziando dall’arte, alla fotografia, alla letteratura fino al cinema, il tutto sotto la guida di diversi art Curator, come Chiara Guidi e Maria Vittoria Baravelli. Gli artisti sono chiamati a interpretare il luogo, come Edoardo Piermattei che ha dipinto le volte del Velabro in un’esplosione di colori che si ispira al movimento delle nuvole con la dinamicità dei soffitti barocchi romani.

Per quanto riguarda il viaggio, in tutti gli interni progettati per Palazzo Velabro sono presenti citazioni e contaminazioni che vengono dall’Oriente. La percezione dei materiali, lo stile essenziale e minimale, la capacità di trasformare gli spazi cambiando pochi elementi sono alcune delle suggestioni alla base del progetto. Ulteriori rimandi all’immaginario orientale si trovano nelle boiserie cannettate, scandite con listelli di legno di noce e carta da parati chiara effetto rafia, che disegnano la partitura delle stanze, insieme alle pareti scorrevoli.

Il piano terra “Social Floor” presenta nella zona reception sia arredi su misura – tutti progettati da GaribaldiArchitects, tra cui il bancone e sedute – sia alcuni pezzi d’autore. Da questo spazio si arriva al corridoio, concepito come una parete espositiva sospesa per le mostre temporanee. Proseguendo, si giunge all’area dedicata al ristorante/bar, Apicio 16, dove ci si avvicina alla filosofia culinaria di Penelope Musolino, chef proveniente dall’esperienza al tristellato “La Pergola” di Roma di Heinz Beck, che guiderà la sua brigata per proporre una cucina antica, fatta di piatti del passato e sapori forti, interpretati in chiave contemporanea. A completare l’offerta ristorazione, un servizio bar aperto e connesso con l’esterno del Palazzo.

Il ristorante.

Al piano terra sono inoltre allestite la zona palestra – minimal e leggera nell’arredo e nei dettagli – e Cinema Velabro, dove gli ospiti si possono rilassare con programmazioni on demand o specific, che alterna pareti in boiserie di noce con muri bordeaux scuro, arricchite da poltrone di design. Per tutto il piano terra il lighting realizzato in ottone naturale è personalizzato per Palazzo Velabro dall’artista e designer Luigi Serafini.

La sala Cinema.

Per quanto riguarda i corridoi, la scelta è ricaduta sul colore grigio perla per le pareti; la moquette presenta un ulteriore rimando al mondo orientale – attraverso il disegno dei rami dei fiori di pesco – e dei toni che variano dal grigio al blu. Il sistema di wayfinding dei piani è stato progettato dallo studio milanese di grafica La Tigre, che ha supervisionato per LHM un progetto svolto con gli studenti di NABA e ha anche realizzato l’immagine coordinata di Palazzo Velabro che declina il simbolo della porta dell’arco di Giano in tutti i dettagli, dal logo fino alla segnaletica interna.

Il bar.

L’intervento nelle stanze e negli appartamenti, come per gli spazi comuni, declina con colori e materiali diversi le suggestioni alla base del concept.

La junior suite presenta una palette sui toni del verde e dal punto di vista dei materiali il legno scelto è il frassino chiaro: il colore verde è evocato in ogni dettaglio, dalla cucina fino agli elementi decorativi. Come per il Social Floor, anche per le stanze il progetto ha previsto la realizzazione di arredi su misura (dal divano fino agli armadi a muro).

La suite, il cui colore principale è il blu cobalto, utilizza lo stesso design della junior ma con il legno noce sia per la boiserie che per gli arredi, abbinata alla carta da parati effetto guscio di tartaruga nei toni del marrone e i plafoni blu cobalto. Anche qui è presente una cucina attrezzata e alcuni arredi su misura.

La standard presenta toni più neutri, dal rosa al mattone, abbinati al noce canaletto. La scelta di uno stile più minimalista si riflette anche nella carta da parati liscia e priva di disegni dettagliati, nei muri che sono rosa mattone tenue, e nella proposta di oggetti minimal.