In un palazzo storico del ‘500, apre il secondo hotel di Romeo Collection. E ancora le eccellenze dell’architettura e del mondo culinario si incontrano, come già a Napoli. Alain Ducasse, pluristellato chef francese, firma la ristorazione. Il progetto è di Zaha Hadid Architects.

Qual è l’essenza lignea preferito dall’avvocato Alfredo Romeo? Risposta semplice. L’ebano macassar. Ebano a profusione all’Hotel Romeo di Napoli, il primo hotel del gruppo aperto nel 2008, ed esplosione di ebano anche al Romeo Roma, il secondo hotel aperto a fine novembre 2024 in via di Ripetta 246 a Roma.

Ebano macassar a pavimento e a parete con il camino intagliato nel legno.

La storia di questo progetto è lunga e affonda le sue radici nel 2014, anno dell’incarico a Zaha Hadid da parte dell’avvocato Romeo con un brief preciso, che pensasse a un design esclusivo, mai visto prima. Il design è quello della Hadid, fluido, dinamico, organico, contemporaneo anzi avanti, l’esclusività è data proprio dai materiali preziosi, non solo ebano macassar ma anche marmo di Carrara che si mescolano tra loro in un gioco di spinte e rincorse.

La Lobby bar.

Mi sarebbe piaciuto conoscere il pensiero di Zaha Hadid sulla scelta di queste tonnellate di ebano, così distante dai suoi colori e dai suoi materiali ma poi splendidamente compreso nel suo progetto. In alcuni casi ebano a soffitto, ebano a pavimento, ebano a parete squarciato dalla bocca dei camini, camini ovunque, come ferite nei muri.

La Cigar Room.

E poi un materiale ricomposto solid surface a tutta massa, questo sì caro ad Hadid, così malleabile e docile, che si presta per il disegno dei letti dell’hotel ma anche per il progetto della splendida scala esterna con i gradini che sembrano arrampicarsi sulla parete, nel cortile sul quale si affaccia il bar dell’hotel. Lo spazio preferito dell’avvocato Romeo, come leggo in un articolo pubblicato sulla nuova apertura, perché incarna l’approccio più ampio del progetto.

Circondato dalle facciate storiche del palazzo, il cortile ospita alcune delle esperienze più iconiche del progetto: IL BAR aperto tutto il giorno, la Spa Sisley Paris, la stessa del Romeo Napoli, e Il Cortile, un ristorante che offre un servizio di all-day dining che creano un dialogo continuo tra gastronomia, benessere e architettura. Gli arredi di design, le installazioni artistiche e la presenza di un verde accuratamente selezionato, trasformano il cortile in un’oasi urbana. Questa “piazza nel palazzo” è molto più di un semplice spazio di passaggio: è un luogo che riflette l’essenza stessa del ROMEO Roma, un punto di incontro tra storia, cultura e innovazione, capace di offrire un’esperienza indimenticabile nel cuore della città eterna.

Elemento focale dell’hotel Romano ma come anche a Napoli, è l’arte, ovunque, con opere di Christian Leperino, Mario Schifano, Mimmo Paladino e Francesco Clemente. Accanto a queste opere moderne, l’hotel espone reperti storici ritrovati durante i lavori di restauro, tra cui la testa in marmo bianco di Livia Drusilla, moglie dell’imperatore Augusto, che accoglie gli ospiti nella lobby.

Rovine delle vasche ittiche nel porto di Ripetta, visibili dalla piscina.

Le 74 camere e suite sono un concentrato di tecnologia, ma nascosta e integrata nel design contemporaneo con materiali che rivestono come una doppia pelle gli spazi. I materiali, marmo di Carrara, pietra lavica, vetro, ebano, solid surface arredano da soli gli spazi. Fiore all’occhiello il piano nobile, con 5 suite affrescate dove il design contemporaneo vive con la storia. Ogni elemento è stato studiato per valorizzare la preesistenza del palazzo storico del XVI secolo prima appartenuto alla famiglia Serroberti e poi alla famiglia Capponi per poi ospitare gli uffici dell’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro e acquistato nel 2012. Il restauro è durato quasi 10 anni – Romeo avrebbe voluto aprire nel 2016 – ma soprattutto i ritrovamenti storici hanno prolungato le tempistiche. Reperti storici e le rovine delle vasche ittiche del porto di Ripetta sono stati mantenuti e conservati, visibili attraverso il pavimento in vetro trasparente della piscina dell’hotel.

Sopra, la reception. Sotto, Deluxe Room e Superior Room.

Il progetto, tra gli ultimi di Zaha Hadid, scomparsa nel 2016, è stato coordinato dall’architetto Paola Cattarin, dello studio ZHA che così commenta e spiega il concept che ha condotto a questo strepitoso progetto di hotellerie: “La storia dell’architettura di Roma può essere letta nelle sue volte in muratura, dall’epoca romana, attraverso il periodo rinascimentale e barocco, fino al XVIII secolo. Ci siamo ispirati a questa idea, per dare una nuova interpretazione delle volte e delle loro intersezioni. Tutti i diversi ambienti, compresi gli arredi, sono progettati con questo concept”.

Il ristorante Ducasse.

Il Romeo Roma ripropone il sodalizio con chef Ducasse dopo il successo del ristorante Ducasse a Napoli. E questa è la prima volta dello chef super stellato nella Capitale, che guiderà direttamente la cucina in un mix culinario francese-italiano.

“Il ROMEO Roma rappresenta l’espressione di una nuova civiltà dell’abitare e dell’ospitalità, unendo bellezza, funzionalità e un’innovativa visione dell’hotellerie. La nostra missione è dare valore agli immobili attraverso una profonda integrazione tra design, arte e un know-how gestionale capace di rispondere ai bisogni di una clientela sempre più consapevole ed esigente. Con ROMEO Collection, vogliamo creare una piccola collezione di hotel che siano portatori di valori autentici, capaci di interpretare il cambiamento e di ridefinire l’esperienza dell’accoglienza in termini di servizio, comfort e connessione con il territorio, insomma… in bellezza”, commenta l’avvocato Alfredo Romeo.

E rimaniamo in attesa di vedere anche il terzo hotel di Romeo Collection, quello a Massa Lubrense, sulla costiera sorrentina. Il progettista un altro grande della scena architettonica mondiale: Kengo Kuma.

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In apertura: Fresco Suite, una delle cinque suite al piano nobile. Letto realizzato in solid surface.

ph. Chris Dalton.