L’esprit du lieu nell’albergo diffuso nella piazza principale di Montrachet, il primo hotel in Francia del Gruppo COMO. Un guizzo creativo, un sorprendente gioco di scale con un forte rimando alla tradizione. Firmato OTTO by Paola Navone.

Quando facciamo un progetto di interior abbiamo la possibilità ogni volta di raccontare una nuova storia.

Lo dice Paola Navone, founder di OTTO che, insieme ai partner Gian Paolo Venier e Cristina Pettenuzzo, ha curato il progetto per COMO Le Montrachet. Un hotel diffuso nel paesino di Montrachet ‘montagna calva’, in francese antico, in riferimento al suolo della zona, nella Côte d’Or a sud di Digione, la zona vinicola più famosa della Borgogna.

La cittadina di Puligny-Montrachet. L’ex municipio è ora l’edificio principale che accoglie gli spazi comuni.

Per studio OTTO è il secondo hotel progettato per il Gruppo COMO, dopo Castello del Nero, nel Chianti. Per capire il progetto non si può prescindere dall’essenza di questa terra straordinaria, poco più di 50 chilometri quadrati, dove si producono vini di altissima qualità da uve Chardonnay e Pinot Nero. Una terra che ha visto per primi i Celti praticare la viticoltura, poi, nel Medioevo, i monaci cistercensi della potente Abbazia di Cluny: un’attività che è arrivata sino ai nostri giorni forte del savoir faire dei tanti singoli viticultori, lontana dalle regole della produzione industriale dei grandi domaine.

Qui è un susseguirsi di colline ondulate punteggiate da edifici storici in pietra calcarea, antiche cantine, villaggi raccolti attorno a una piazza, hotel particulier dei mercanti di vino del XVIII e XIX secolo, in una successione infinita di piccoli appezzamenti di viti curate come bonsai.

E Puligny-Montrachet, dove sorge Le Montrachet, il primo hotel in Francia di COMO Hotels and Resorts, è l’esempio più tipico di questi villaggi. Il paese gravita sulla piazza centrale ed è abbracciato dai vigneti dove nasce il prestigioso Grand Cru di Montrachet.

L’intervento di OTTO nel ridisegnare spazi e interni dell’hotel diffuso è stato guidato dall’idea di offrire agli ospiti quell’esperienza di ospitalità di alto livello che contraddistingue il marchio COMO, restando fedele allo spirito del luogo, ma filtrato con un approccio contemporaneo. 

La reception di COMO Le Montrachet.

Il progetto è consistito nel recupero di quattro edifici preesistenti affacciati sulla Place des Marinerò: il municipio, La Maire locale, l’edificio principale che accoglie gli spazi comuni, quello che ospita il ristorante con il bar à vin, La Residence e Villa Christine per un totale di 31 camere, suite comprese. L’intervento ha voluto raccontare l’esprit du lieu rivisitando l’interior design francese, con la scelta accurata di materiali locali, come per esempio la pietra calcarea utilizzata a vista per il divisorio tra bar e ristorante, e lavorazione tradizionali.

Non si rimane indifferenti all’utilizzo importante del Toile de Jouy, tessuto di Jouy, dal nome di una piccola città nei pressi di Versailles, caratteristico del repertorio classico dei tessuti francesi del XVII e XVIII secolo. Il tessuto è utilizzato per le suite nei rivestimenti, per i tendaggi e le testiere dei letti.

Il ristorante con un doppio gioco del fuori scala.

Sorprende anche la parete di 10 metri rivestita con un intreccio di giunchi in salice, provenienti dalla potatura, che caratterizza il ristorante. Ricorda una cesta avvolgente, versione oversize dei tanti canestri che si trovano in Borgogna.

Un fuori scala che gioca con un altro fuori scala, quello delle enormi sfere, di 2 metri di diametro, che illuminano la sala ristorante, avvolte da una rete: particolare che rimanda all’illuminazione outdoor fin de siècle delle strade francesi e utilizzata anche per la protezione dei vetri delle lampade all’interno dei bistrot.

Camere per gli ospiti con il tessuto caratteristico Toile de Jouy.

Per la realizzazione degli arredi è stato fatto anche un grande utilizzo del ferro e dello zinco, materiali tipici dell’artigianato francese, impiegati per i tavoli del ristorante, il banco bar, il banco reception, gli specchi dei bagni, i mobili contenitori.
Tutti gli arredi sono realizzati su disegno e sono contraddistinti da una palette colori differente a seconda dell’edificio nel quale sono collocati. L’edificio principale, con reception e aree comuni, è caratterizzato da una tavolozza di bianchi, grigi e salvia che richiama i toni della campagna circostante. Il ristorante gioca con il bianco e il nero.

I toni dei verdi e del blu identificano invece le camere de La Residence, mentre diverse gradazioni di grigio contraddistinguono gli interni di Villa Christine, con due suite, un appartamento con un jardin d’hiver e altre due camere.

Il prossimo intervento prevede di dotare COMO Le Montrachet della Shambhala Retreat, la spa che caratterizza tutti gli hotel del Gruppo, e una piscina nell’area verde sulla quale si affaccia il ristorante, per ampliare l’offerta di servizi e offrire un benessere a 360 gradi.

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Gian Paolo Venier parteciperà a Hospitality Design Conference l’8 maggio 2024 a Milano nel panel Progettisti vs manager. Pareri a confronto.

Cosa ha funzionato, cosa migliorare, cosa non rifare in uno degli hotel più iconici di oggi, il 25hours di Firenze. Ce lo svelerà insieme a Bruno Marti, Executive VP of Brand Marketing – Ennismore | 25hours Hotels.