Il futuro dell’hotellerie? Nel Metaverso. Parola di Simone Micheli.
Una torre a Dubai, anzi due, perché una è nel Metaverso. Un racconto inedito che ci porta in un futuro che è già presente. A tu per tu con Simone Micheli, alla scoperta del suo mondo parallelo.
Un’intervista non sai mai dove ti porta, soprattutto quando intervisti personaggi come Simone Micheli: “Un giovane attempato con la voglia di imparare”, così si definisce, tra le voci più interessanti del panorama architettonico italiano, un linguaggio unico, fuori dal coro. Mosso da una innata curiosità, ci porta nel Metaverso in un futuro che è già qui. Tra aneddoti e curiosità, citando Sottsass.
we. Architetto, qual è la tua idea di accoglienza?
L’accoglienza è un’idea fluida che deve obbligatoriamente innescare strategie commerciali e generare profitti. Ma bisogna invertire i paradigmi dal punto di vista contenutistico ed espressivo per costruire luoghi di grande identità e unicità, super funzionalità e alte performance legate al tema dell’ecocompatibilità e della sostenibilità. È necessario voltare pagina. Per offrire all’ospite nuovi mondi possibili, luoghi ospitali e capaci di trasmettere emozioni, dobbiamo rileggere gli standard, in particolare quelli delle catene alberghiere, e modificarli.
we. A un convegno, invitato a parlare di tendenze nel mondo dell’hotellerie, ti ho sentito raccontare di esperienze nel Metaverso. È questa, secondo te, una delle possibili svolte?
Il mondo sta cambiando velocemente. A breve, secondo me, le esperienze nell’ambito hospitality, saranno vissute anche in un altro modo al di fuori della realtà, nel Metaverso, appunto. Ci si collegherà attraverso la rete e si proveranno esperienze reali in luoghi virtuali, hotel, residenze, con oggetti NFT [non – fungible token]. Non la vedo come una possibilità poi così remota. E anche il mondo dell’ospitalità dovrà fare i conti con questi nuovi parametri. Anche se ora sono in pochi ad avere prestato la dovuta attenzione a questi argomenti.
we. A proposito di Metaverso, stai realizzando una torre a Dubai sia nel reale che nella realtà immersiva. Come nasce l’idea?
Sì, la Bitcoin Tower, una torre di 34 piani di circa 400 metri quadri di superficie per piano. Nasce da una richiesta dell’imprenditore, Salvatore Leggiero, di realizzare, una torre sia nel mondo reale che nel Metaverso. Bitcoin Tower, nel Metaverso, sarà guidata da un altro pensiero rispetto a quella nel mondo reale. L’architetto, come un regista, costruisce uno story board senza vincoli normativi e strutturali. Nella realtà questi vincoli esistono. Quindi i due volti di questa Bitcoin Tower sono diversi. Uno è un sogno nel quale vivere emozioni in un mondo parallelo e l’altro è reale. Ma l’imprenditore andrà a vendere sia gli spazi che ho progettato nel Metaverso sia quelli reali.
we. Un architetto visionario che incontra un imprenditore visionario.
Sì, visionario ma con i piedi ben piantati a terra. Perché ormai si parla di una realtà che sta avanzando velocemente. È il mondo che ci aspetta, ma non tra 10 anni: domani.
we. E cosa ne pensi dell’intelligenza artificiale?
La uso per accelerare i processi e generare contenuti che sono però da me presidiati e che partono dalla mia operatività intellettuale. Se a questi strumenti digitali dai poche informazioni banali, la risposta sarà ovviamente banale, ma se fornisci informazioni precise la risposta sarà perfettamente linkata e pertinente all’argomento che ti interessa sviluppare. Se per scrivere un articolo, sulla base di informazioni da me trasmesse, un copywriter ci può impiegare qualche ora, l’intelligenza artificiale ci impiega qualche secondo. Una svolta epocale.
we. I pro sono chiari. Ma quali potrebbero essere gli eventuali contro di queste tecnologie?
Nei film di fantascienza di qualche anno fa si prospettavano scenari apocalittici nei quali le macchine prendevano il sopravvento sull’uomo. Forse sarà un problema che si verificherà. Per ora siamo ancora proprietari del nostro intelletto. Domani non lo so.
we. Come ti sei avvicinato al mondo del Metaverso e dell’intelligenza artificiale?
Per scherzo, da totale ignorante in materia quale ero. Due anni fa mi trovavo a Dubai, in compagnia di quello che poi sarebbe diventato il mio committente, per il progetto di un museo per una piattaforma del Metaverso. Scherzando, mi disse: ‘Se fai il bravo ti faccio progettare un nuovo edificio nel Metaverso’. Ingenuamente gli chiesi dove si trovasse il Metaverso. C’era anche mio figlio Cesar: ‘Papà che figure mi fai fare?’ Lui sapeva esattamente di cosa si stesse parlando.
Il Metaverso: una cosa da giovani. Ma mi definisco un giovane attempato con la voglia di imparare.
L’avvicinamento a questo mondo, quindi, è avvenuto quasi per caso ma con il desiderio di comprendere. All’inizio pensai fosse un gioco ma poi compresi perfettamente le possibilità offerte da questa nuova dimensione.
Figurati che misi per la prima volta il piede in una Spa circa una trentina di anni fa, non ci ero mai stato e non ne conoscevo le modalità [chi mai entrerebbe oggi in sauna con le ciabatte ai piedi o con una catenina d’oro al collo?] e oggi sono considerato il guru delle Spa.
Desidero ancora apprendere e ho bisogno di imparare. Questa mia curiosità mi porta a indagare anche mondi che per uno della mia età possono apparire anomali.
Mi ricordo di Ettore Sottsass – sempre una gioia vederlo e abbracciarlo quando ci si incontrava in occasioni di mostre ed eventi – che a novant’anni era ancora un fanciullo lanciato nella scoperta. Ci ha lasciato progetti di una attualità stupefacente. È la giovinezza che abbiamo dentro che ci mantiene freschi intellettualmente e pronti a nuove sfide.
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