Una storica architettura militare e sacra, riletta con uno sguardo fiammingo sul contemporaneo.  Protagonista di un’importante operazione di recupero che coinvolge un intero quartiere.

Stretto fino a una decina di anni fa da alte e imponenti mura di mattoni, l’Het Groen Kwartier ad Anversa, in Belgio, era un grande ospedale militare del XX secolo. Abbandonato dall’esercito all’incuria e alla desolazione, è oggi un vivace quartiere con ristoranti, spazi creativi e negozi, che circondano un grande parco.

Uno scenario in cui l’anima barocca della città, con i suoi edifici e i suoi monumenti d’epoca, convive con l’architettura più innovativa, che ha riportato a nuova vita luoghi caduti in disuso, come il Pakt, ex polo industriale trasformato in hub creativo-gastronomico.

Il progetto consiste in tre giardini – disegnati da Martin Wirtz del grande studio Wirtz International Landscape Architects – e cinque edifici pubblici, tutti in spirito neoclassico.

Per accostarsi al sito senza intaccarne il valore storico e culturale, Vincent Van Duysen, artefice del progetto dall’approccio sensibile e colto che ha dato vita all’hotel AUGust, ha collaborato con Callebaut Architecten, firma belga specializzata nella ristrutturazione e nel restauro del patrimonio storico.

Lo studio si concentra sull’essenza: togliere il superfluo e restituire l’atmosfera autentica, in vista della nuova funzione e del futuro.

L’albergo ha infatti richiesto delicati interventi di ristrutturazione prima di poter essere ripensato come un luogo realmente integrato e fruibile nel movimentato contesto urbano. L’intento di coniugare la spiritualità autenticamente fiamminga delle sue mura con le esigenze della moderna hôtellerie ha portato alla creazione di uno spazio in cui è vivo il contrasto tra gli elementi strutturali e decorativi sopravvissuti e le suggestioni di impronta spiccatamente contemporanea, come le volte tinteggiate di nero del soffitto della cappella, oggi bar dell’albergo.

Nell’antica chiesa c’è ora il ristorante stellato The Jane, regno dello chef Nick Bril, con una grande copertura a vetri che sovrasta le pareti in mattoni affiancate da antichi stucchi.

Profili e porte decorative accuratamente restaurati, insieme a piastrelle dipinte a mano e marmo bianco, sono i protagonisti indiscussi in questi spazi interni; gli elementi neri rappresentano gli elementi moderni, fornendo contrasto con gli elementi del passato e portando delicatamente un respiro contemporaneo al progetto. L’illuminazione è di Flos; i tavoli e le poltroncine con seduta di paglia, design Vincent Van Duysen, sono realizzati custom da Molteni&C, come nelle stanze per gli ospiti.

Il monastero dove alloggiavano le suore accoglie la cucina, la biblioteca per gli ospiti e la maggior parte delle 44 camere caratterizzate da una semplicità monacale. Sulla boiserie, in un colore polveroso di gusto fiammingo, una lampada custom del sistema Infra-Structure di Flos, design Vincent Van Duysen.

Lo schema interno celebra le caratteristiche esistenti della struttura, evidenziando i pannelli in legno grigio-verde, le modanature bianche, reintegrando gli elementi originali e riproducendone altri che sono stati danneggiati, introducendo componenti neri per distinguere il contemporaneo dal classico. Questo approccio progettuale è stato applicato in tutto il progetto, facendo rivivere l’atmosfera classica per il nuovo uso pubblico.

ph. Robert Rieger.