Come sarà il turismo del futuro [o come vorremmo che fosse]? Ce lo racconta Michil Costa, albergatore, uomo di cultura, ambientalista e visionario, in un nuovo libro che è un accorato appello contro la monocultura turistica.

È appena uscito per Edizioni Raetia il libro di Michil Costa FuTurismo. Non è solo un libro che parla di turismo del futuro ma è anche una dichiarazione di amore per la sua terra e il lavoro di albergatore, considerato una missione più che una professione.

Michil Costa si augura che il turismo del futuro possa avere nuova vita e rivaluti il concetto di ospitalità. Fa un appello contro la monocultura turistica e il turismo porno-alpino. La monocultura è una offerta turistica sempre più stereotipata, duplicata, omologata che ormai sta dilagando su tutto il nostro pianeta.

“L’aspetto estetico delle costruzioni è sempre più anonimo, impersonale ma soprattutto enorme, gigantesco, clamorosamente impattante, dove invece sarebbe necessario rimanere sullo sfondo e lasciare il palcoscenico alla natura.”

Il turismo porno-alpino invece è la mercificazione del territorio che vede il profitto come unico scopo aziendale.

“Dobbiamo definitivamente scegliere: orgiastico luna park dolomitico o momenti di piacere per scalatori, escursioniste e cicliste? Puntiamo su un’industria turistica volta a una continua massimizzazione del profitto? Oppure aspiriamo a un’accoglienza d’eccellenza che si fondi su valori più profondi quali la solidarietà, il bene comune, la sostenibilità ambientale?”

Le pagine del libro vogliono essere un dialogo, un confronto con chi vuole condividere il concetto di ospitalità. Michil Costa ci accompagna alla scoperta della sua visione di turismo e lo fa attraverso cartoline trovate nel cassetto dei ricordi, citazioni di grandi classici della letteratura e di esperti del settore turistico. Ci parla di Dolomiti e di Ladini, di opportunità e incontri. Si sofferma sulla differenza sostanziale tra cliente e ospite, tra viaggio e turismo, tra ospitalità e accoglienza. Ci commuove con il suo amore per la montagna – “la prima cosa che faccio appena sveglio è uscire sul terrazzo e guardare le montagne” – e con il racconto dell’operato della Costa Family Foundation che promuove progetti di sviluppo in Africa, Asia e Sud America per dare forza e voce ai senza voce, ai bambini, alle donne.

Essere solidali significa convivere, provare compassione e essere partecipi dei problemi altrui, farli nostri e condividere con chi ha meno fortuna la fortuna che è toccata a noi.

Ci illustra la sua personale attitudine alla diffusione di cultura e bellezza anche tra i collaboratori, e non dipendenti, perché il valore di un cameriere non si misura solo dalla sua capacità di predisporre una perfetta mise en place ma dall’empatia che sa costruire con gli ospiti. Chi lavora nell’ospitalità deve essere un agente culturale del territorio, insegna Federico Samaden, fondatore di Ospitalia Academy – Scuola di Alta Formazione nell’Ospitalità – citato nel libro.

L’autore durante la presentazione del libro a Tourism Summit appena conclusosi a Rimini.

Ci fa sorridere quando racconta il suo rapporto con i social – dove milioni di individui si incontrano senza entrare in relazione – e con gli anglicismi che impoveriscono la nostra lingua. “Più che incontrarmi con i social mi scontro e poi perché ci ostiniamo a parlare di wellness invece che di benessere?”

Ci parla del suo albergo ideale, del suo amore per la buona musica, della Maratona dles Dolomites.

Ma come preservare il patrimonio naturale e culturale dei territori conservando competitività?

Nel libro ci sono numerosi spunti su come si possa realizzare una offerta turistica economicamente vantaggiosa ma improntata sui valori del Bene Comune, della sostenibilità, dell’umanità. Sono riferiti soprattutto alle Dolomiti, ma facilmente replicabili ovunque uno sfruttamento indiscriminato del patrimonio ambientale stia mettendo a rischio la sopravvivenza stessa delle bellezze che hanno attirato così tanti viaggiatori.

Concludiamo con un pensiero positivo: “Il buon pensiero è quello di un’ospitalità diffusa, inclusiva, per certi aspetti rivoluzionaria. Io continuerò a provarci, a parlare di bellezza ai nostri ospiti, a dare spazio all’arte, alla solidarietà; e proverò a farlo con leggerezza, donando un sorriso, anzi proprio ridendo.

Michil Costa, insieme alla sua famiglia gestisce, seguendo i principi dell’Economia del Bene Comune, a Corvara l’Hotel La Perla (Member of The Leading Hotels of the World) e il Berghotel Ladinia e, vicino a Siena, l’Albergo Posta Marcucci. È presidente della Maratona dles Dolomites. Nel 2007 ha fondato la Costa Family Foundation che promuove progetti di sviluppo in Africa, Asia e Sud America.