Come si è diffuso in Italia il fenomeno degli speakeasy e perché potrebbe essere interessante per un hotel adottare questo concept.

Il fascino del proibito. Il gusto dell’esclusività. Il piacere di un ambiente selezionato. Queste le basi del successo della formula spekeasy. E allora perché non farci un pensierino?

Gli speakeasy erano dei locali clandestini dove si vendeva e consumava alcol durante il periodo del proibizionismo negli Stati Uniti. Il termine speakeasy significa infatti parlare piano, perché i clienti dovevano mantenere la discrezione per non attirare l’attenzione della polizia. Questi locali nacquero come una forma di resistenza alla legge che proibiva la produzione, il commercio e il consumo di bevande alcoliche dal 1920 al 1933. Erano spesso gestiti da organizzazioni criminali, che approfittavano della domanda di alcol per arricchirsi e corrompere le autorità. Erano anche dei luoghi di ritrovo per artisti, intellettuali e attivisti, che vi trovavano un’atmosfera di libertà e creatività. In questi ambienti si è diffusa la cultura jazz, il charleston e la moda flapper. Gli speakeasy sono diventati un simbolo della cultura americana degli anni Venti e Trenta, e hanno ispirato numerosi film, libri e canzoni.

Oggi gli speakeasy sono diventati una tendenza nel mondo della mixology e del divertimento notturno, offrendo cocktail di qualità, musica dal vivo e un’esperienza esclusiva e intrigante. Spesso si trovano all’interno di edifici anonimi, senza insegna o indicazioni e vi si accede solitamente utilizzando una password.

Ma come potrebbero gli alberghi sfruttare il fascino degli speakeasy per attrarre e fidelizzare i propri clienti? Ecco alcune possibili idee.

Uno spazio esclusivo dentro l’hotel.

Creare uno speakeasy per i clienti all’interno dell’albergo, accessibile solo tramite una password o invito, magari nascosto dietro una libreria o una porta segreta. Questo creerebbe un’atmosfera di mistero e curiosità tra gli ospiti, che potrebbero sentirsi parte di un club ristretto e privilegiato. Pensate a quanti spazi inutilizzati sono presenti nella struttura: questo potrebbe essere un modo creativo e conveniente per sfruttarli. Ovviamente dovrà essere chiuso e non visibile dall’ingresso. Sarà un’area completamente diversa dal resto dell’hotel, dove servire cocktail e stuzzichini di qualità, degustare scotch, ascoltare musica dal vivo o svolgere qualsiasi altra attività che sia in linea con il target. Nessuna insegna, nessuna menzione su sito e social. Lo spazio speakeasy è esclusivo e segreto. Al check-in viene consegnata la password agli ospiti che andranno a vivere un’esperienza del tutto inaspettata.

Creare offerte e pacchetti a sorpresa.

Offrire pacchetti speciali che includano anche l’ingresso allo speakeasy con un codice VIP che dia accesso a servizi esclusivi come tavolo privato, bottiglia, frutta, degustazione et cetera. Questo permetterebbe di valorizzare l’offerta dell’albergo e di creare occasioni di relax, divertimento e intimità per i clienti.

Eventi a tema.

Organizzare eventi tematici nello speakeasy, come degustazioni di cocktail, presentazioni di libri, serate musicali, spettacoli, balli o master class. Questo renderebbe lo speakeasy un luogo dinamico e coinvolgente, capace di attrarre diverse tipologie di clientela e di offrire momenti di intrattenimento e cultura.

Collaborare con gli speakeasy della città.

Collaborare con gli speakeasy della città, creando una rete di locali segreti e alternativi da scoprire. Questo stimolerebbe i clienti a esplorare il territorio e a vivere esperienze diverse e originali, magari con l’aiuto di una guida o di una mappa fornita dall’albergo.

Aldilà delle origini e delle caratteristiche tradizionali dello speakeasy, l’idea interessante è quella di poter creare all’interno dell’hotel uno spazio misterioso e affascinante, non pubblicizzato né in vista, che sorprenderà positivamente gli ospiti e potrà diventare un centro di ricavo. Non è poi detto che debba trattarsi necessariamente di un bar: potrebbe essere un’area tematica a sorpresa, in linea con la tipologia di clientela. L’importante è farne percepire l’esclusività.