Il blu della Costiera Amalfitana riempie d’atmosfera gli interni dell’hotel Borgo Santandrea arroccato sulla scogliera che sovrasta Conca dei Marini. Un’accurata e lunga ristrutturazione ha restituito l’allure del design anni ’60 fra terrazze con piscina e giardini verticali.

Un team di architetti e landscape designer ha restituito a Borgo Santandrea sulla Costiera Amalfitana l’imponenza architettonica e un raffinato interior design ispirato agli anni ’60 sulla scia del concetto di design hotel coniato da Gio Ponti.

I tocchi blu dei pavimenti in maiolica e dei tanti elementi d’arredo restituiscono l’atmosfera marina che permea tutto l’hotel che si affaccia sul borgo marinaro di Conca dei Marini.

Dopo anni di abbandono, la maestosa struttura realizzata nel 1972 deve la sua rinascita alle due famiglie Orlacchio e De Siano che hanno intrapreso, sotto la direzione dell’architetto Rino Gambardella, un’importante ristrutturazione durata quattro anni incorporando gli storici bastioni costieri.

L’hotel, che gode di una posizione dominante a 90 metri sul livello del mare, si staglia con le sue facciate intonacate di bianco fra una serie di torri difensive e fortificazioni medievali in pietra – attraverso le quali si raggiunge la spiaggia privata – e la Grotta dello Smeraldo scavata nella scogliera.

A un anno dall’apertura alle 29 camere e 16 suite sono state aggiunte altre 3 suite e 1 camera, per un totale di quarantanove. Oltre ai numeri e alle notevoli migliorie apportate in termini di accessibilità al mare e mobilità interna con otto ascensori, sono state introdotte pratiche di riduzione dell’impatto ambientale: tecnologie di risparmio energetico, sistemi di gestione dei rifiuti, utilizzo di veicoli elettrici e il bando alla plastica.

I giardini terrazzati e verticali e le terrazze panoramiche.

Esternamente sono i giardini terrazzati e verticali, le terrazze panoramiche attrezzate con arredi Ethimo e spesso dotate di piscina, e i pergolati a mettere la struttura in simbiosi con il contesto naturale secondo il progetto dell’architetto paesaggista Philip Adiutori.

Per quanto riguarda gli interni il progetto è stato impostato sull’”effetto casa” mixando oggetti e mobili vintage degli anni ’50 – ’60 della collezione di uno dei proprietari a riedizioni dei designer più importanti degli anni ’60, fra cui le poltrone e consolle di Gio Ponti della Heritage Collection di Molteni&C, azienda che ha prodotto anche la collezione Attico di Nicola Gallizia, ai letti e divani Tosconova e agli oggetti di produzione artigianale.

Fra i pezzi più iconici della collezione privata vi sono il tavolo Reale di Carlo Mollino, le poltrone di Fredrik Kayser, le lampade di Gerald Thurston, le sedie di Hans Wegner, il tavolo di Sergio Mazza, le sedie e poltrone di Englander& Bonta.

La reception.

La luce e i colori della Costiera Amalfitana inondano tutti gli spazi e conformano la quinta scenica in ottone e rame smaltato a fuoco della reception realizzata da De Castelli così come, nella tonalità bianco e blu, i pavimenti delle camere in ben 35 diverse tipologie di maiolica dalla Cotto Vietri che riprendono le geometrie classiche delle decorazioni di Pompei ed Ercolano. 

Ancora ceramica per le creazioni di Marco Fusco, Lucio Liguori e Claudio Pulicati, importanti artigiani locali. Vetro soffiato invece per le lampade lineari di Venicem che insieme ai corpi illuminanti di Bronzetto e Tato oltre a quelli vintage di Fontana Arte fanno parte del complesso sistema illuminotecnico.

Made in Italy anche per i preziosi tessuti da rivestimento che portano la firma di Dedar, Once Milano e Rubelli. Tutte le ambientazioni, compreso il wellness centre, il Marinella Beach Club e le zone dedicate alla ristorazione con la direzione dell’executive chef Crescenzo Scotti, rispecchiano l’interpretazione contemporanea dell’interior designer Nikita Bettoni.

Il ristorante La Libreria.

Non è da meno la zona preparazione e cottura del ristorante La Libreria, che nei mesi estivi diventa Libreria Mare, su progetto del kitchen designer Andrea Viacava.

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