
Hotel Monte Cristo. Small is beautiful in Parigi.
Una certa idea di Parigi da rivivere nell’Hotel Monte Cristo dove tutto parla di Alexandre Dumas. Cineserie, artigianalità, una piscina come un giardino e il 1802, il primo rum bar di Parigi con un menu beverage ispirato alla porcellana e al legno.
Small is beautiful a Parigi dove ci sono piccoli capolavori di eleganza, piccoli hotel di charme, nascosti ai più che devi andare a cercare e scoprire. Quasi per caso. La capitale è disseminata di questi hotel, 50 stanze o poco più, realizzati con una precisione di dettaglio e una bellezza d’insieme che lascia senza fiato. Uno di questi è L’Hotel Monte Cristo a due passi da rue de Mouffetard, una tra le vie più antiche e vitali di Parigi, nel quartiere Latino.

Qui, Michelle Delloye e Jacques- Olivier Utrecht, fondatori di Hôteliers Impertinents, un gruppo indipendente che ha impostato la sua offerta sviluppando un marketing site specific in accordo con il luogo e il suo carattere, hanno immaginato un hotel in cui rivivere una certa idea di Parigi. All’hotel Monte Cristo, 50 camere di cui 4 suite e 4 in stile boudoir, l’idea di Parigi è quella che propone Alexandre Dumas nei suoi romanzi, in primis il Conte di Montecristo, reinterpretando e modernizzando i codici estetici francesi del XIX secolo.


Il Monte Cristo affonda il suo stile anche nella personalità del celebre autore, prendendo spunto dai suoi viaggi e persino dal suo serraglio, mescolando mobili antichi, influenze orientali e cineserie.

Il viaggio nel tempo ha inizio dal momento in cui si entra nell’hotel dove si viene accolti da trofei di caccia che evocano un cabinet di curiosità, il Salon 1802, il primo bar specializzato in rum di Parigi, e una splendida piscina lussureggiante di piante verdi. L’esperienza continua nel ristorante Grand Dictionnaire e nelle 50 camere dell’hotel.



Il progetto celebra l’abilità artigianale in ogni dettaglio: tessuti creati appositamente da Coralie Cintrat, mobili e illuminazione progettati su misura da Delphine Sauvaget e Pauline d’Hoop, dipinti a soffitto e murales di Christoff Debusschere, il tutto completato da oltre 350 pezzi vintage selezionati con cura. Un vero capolavoro di esperienza che rimanda a Dumas, vuoi per il disegno di un tessuto, un particolare di una carta da parati, il colore di un tappeto.


Ma la novità oggi all’hotel Monte Cristo è il nuovo duo di mixologist, Donovan Chouari e Paul-Antoine Herbet che hanno introdotto al 1802, il più grande rum bar di Francia, un menu particolare, ambizioso e molto creativo che vuole tradurre l’essenza dei materiali in gusto.
“La nostra ambizione iniziale era quella di riconcentrarci sull’ambiente, il che ci ha portato all’idea di evidenziare alcuni dei materiali al centro del 1802.” Il menu è strutturato attorno a 12 materiali da assaporare (due cocktail sono disponibili anche in versione analcolica): porcellana, ceramica, legno, terracotta, bambù, cocco, pelle, vetro, plastica, vimini, piante e metallo. Ogni creazione è realizzata utilizzando i migliori liquori a base di zucchero di canna provenienti da tutto il mondo, mirati ad affascinare sia gli appassionati del momento che gli intenditori.



L’obiettivo è catturare l’essenza dei materiali nel sapore. Donovan Chouari e Paul-Antoine Herbet hanno attinto alla loro profonda conoscenza del prodotto per creare abbinamenti audaci e giocare con le consistenze. Questa meticolosa ricerca flirta con la chimica e l’audacia per superare i confini e sorprendere i palati. Dall’approvvigionamento di artigiani che hanno progettato specificamente i bicchieri alla creazione di divertenti porta menu e alla cura degli ingredienti dei cocktail, ogni elemento qui si impegna in un dialogo di materiali, consistenze, sapori e gusti.
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