Drei Berge Hotel, un mix and match sulle Alpi.
Atmosfera cinematografica e gusto per il bello per un hotel di montagna, sospeso tra passato e futuro, in cui ogni dettaglio, curato da Ramdane Touhami, racconta una piccola-grande storia.
Come entrare in un film di Wes Anderson o nella guida Montamont. L’aria che si respira all’hotel di montagna Drei Berge Hotel è colorata, fantasiosa, fuori dal tempo. Perché questo l’albergo si trova nel piccolo villaggio di Mürren, ai margini dell’area glaciale denominata Jungfrau-Aletsch dichiarata nel 2001 dall’Unesco primo patrimonio mondiale delle Alpi. Oppure perché qui il traffico automobilistico è vietato, e l’hotel si può quindi raggiungere solo a piedi, con un trenino elettrico o in funivia.
Qui, a 1650 metri di altitudine nelle Alpi dell’Oberland bernese, l’imprenditore francese Ramdane Touhami, fondatore del marchio di cosmetici francese Officine Universelle Buly 1803, recentemente acquisito da LVMH, ha deciso di rilevare lo storico hotel Bellevue.
L’albergo, costruito nel 1907, è stato ora rinnovato e ribattezzato Drei Berge – le tre montagne –, in omaggio alle tre principali montagne che compongono il panorama intorno all’albergo: l’Eiger, il Mönch e lo Jungfrau. L’energia travolgente di Touhami ha investito la struttura fin dalla facciata, ora ridipinta in un verde foresta da cui emergono i colori vivaci delle imposte a righe bianche e rosse e numerosi tocchi di (auto)ironia.
Il font moderno che compone il nome dell’hotel anticipa già dall’esterno l’approccio grafico adottato per l’immagine coordinata della struttura studiata dallo stesso Touhami: dall’orso alpinista del logo ai menu, dal lettering fino al merchandising a base di piatti, bicchieri, t-shirt e gadget che gli ospiti si possono portare a casa.
L’arredamento dell’hotel è stato concepito da Ramdane Touhami e dal suo team di progettazione con colori vivaci, dai pavimenti in moquette ai letti in legno.
L’interior design è il risultato di un’attenta selezione di mobili vintage abbinata agli arredi originali dell’hotel, tanto che diventa difficile distinguere gli uni dagli altri in un viaggio senza soluzione di continuità che dal secolo scorso giunge a oggi.
Il bancone in legno della reception è stato realizzato artigianalmente e interamente su misura, mentre un murales ispirato a Twin Peaks di David Lynch si mescola agli altri poster e alle bandierine vintage che colorano pareti e moquette.
Mobili di metà Novecento sono abbinati a tappeti moderni, così come una serie di pezzi d’antiquariato si fonde con oggetti accuratamente scelti per contribuire con ironia all’immaginario collettivo della tipica vacanza in montagna. Il risultato è piacevolmente spiazzante, pensato per incuriosire gli amanti del design e dell’insolito.
Ognuna delle 19 camere, fra suite e stanze di varie dimensioni, è diversa dalle altre nell’arredo, con letti in legno disegnati da Art Recherche Industrie, l’agenzia creativa fondata da Touhami, mentre in comune hanno tutte una biancheria di alta qualità, ricamata con il monogramma dell’hotel. In bagno, i prodotti di cortesia sono stati formulati con una fragranza pensata ad hoc da Touhami.
Altrettanta cura caratterizza anche il ristorante Jungfrau, interno all’hotel. È guidato dallo chef Kei Kobayashi che, dopo anni di esperienza in stellati parigini, ha portato qui una cucina fortemente ispirata alla tradizione montana locale, arricchita da suggestioni giapponesi e italiane.
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Ph. Younès Klouche, Jan Abellan.
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