Eredità storica e contemporaneità a Bolzano con un tocco romantico e bohemien. Un progetto di noa* architetture.

Bogen, in tedesco arco, è il nome del bistrot progettato da noa* architetture a Bolzano, un omaggio all’architettura dello spazio caratterizzato da quattro arcate che ritmano i diciannove metri lungo i quali si sviluppa l’ambiente.

Il brief dei padroni di casa , Roswitha & Benjamin Mayr, è stato quello di avere uno spazio romantico e bohémien che mantenesse tutta la storicità del luogo. Il locale si trova infatti al piano terra di un edificio chiamato Haus am Gang in una strada tra le più antiche del centro storico, attraversata da archi in pietra di origine medievale, fin dal 1200 teatro di scambi per mercanti italiani e tedeschi.

 “È un edificio appartenuto all’Ordine Teutonico, a un orafo di nome Hanns nel XV secolo, al segretario comunale Ennthofer nel 1500 e di un lungo seguito di famiglie poi. Con il nostro intervento volevamo che il passato della Bolzano mercantile emergesse chiaramente da queste mura”, spiega Stefan Rier, fondatore di noa* e architetto a capo del progetto. L’intervento ha interessato lo spazio al piano terra dove nel XIX secolo lavoravano artigiani della zona e in tempi più recenti era nato il primo ristorante della via.

“Nel corso della nostra ricerca su quella che allora si chiamava Via dei Carrettai abbiamo trovato un dipinto del pittore Richard Wolff, un fermo immagine affascinante della vita tra il XVIII e il XIX secolo. In primo piano si vede il portone d’entrata a Bogen, esattamente dove si trova oggi”, continua Stefan Rier.

Sull’esterno i progettisti si sono concentrati sul rifacimento dell’intonaco bianco fumo e l’installazione di un serramento nero tripartito, che segue l’andamento dell’arco ribassato e che consente una buona illuminazione naturale.

Internamente il concept è stato giocato su motivi floreali che trovano la loro massima espressione nella volta centrale fiorita, realizzata con composizione di fiori secchi in vaso appesi al contrario e creati appositamente dalla proprietaria. Il tema dei fiori continua anche sui rivestimenti murali in tessuto che ricoprono le nicchie rientranti adibite a salottini dal sapore molto intimo e dove sono state ricavate alcune sedute intorno ai tavoli. Anche il nuovo blocco dei servizi, un parallelepipedo in fondo al locale, è rivestito in tessuto a motivi floreali.

La convivialità culmina invece nel grande tavolo in legno lungo sette metri che è sia social table ma anche zona operativa di lavoro sul lato non attrezzato con sgabelli. Il tavolo ha sei gambe una diversa dall’altra, quasi a sottolineare una situazione di riuso; il piano è in granito Nacarado scelto per le sue tonalità calde e le particolari venature.

La maggior parte dell’illuminazione è a parete ed è utilizzata per valorizzare le volte rifinite con calce del Brenta, oppure viene risolta con lampade a stelo, mentre lampade in rattan, simile ai cesti fioriti, pendono dalla composizione floreale sopra il tavolo centrale.

ph. Alex Filz.