Come sarà la spa del futuro? Ce lo svela Raffaella Dallarda dopo il suo Inspatour 2021. Questo e altro in un’intervista fuori dagli schemi alla wellbeing specialist più cool di Italia.

Appuntamento in centro a Milano, in un locale da poco aperto e che è già tendenza. Raffaella è puntualissima, nel suo cappotto cammello e cappello abbinato con un outfit sempre molto trendy. Ed è un fiume in piena appena iniziano le domande. Concentrata, preparata, entusiasta e sempre sul pezzo. è un piacere parlare con lei. Ed è curioso intervistare chi ha messo le interviste al centro della sua attività di comunicazione.

we. Viaggiatrice spirituale ma nello stesso tempo forte di un pragmatismo tipicamente milanese, raccontaci chi sei e cosa fai.

Sono una wellbeing specialist, una specialista del benessere declinato in tutte le sue chiavi di lettura, in tutti i suoi elisir, se vogliamo utilizzare un termine alchemico. In oltre vent’ anni di studio e lavoro ho acquisito una vera specializzazione in un comparto di nicchia come la spa.

Attraverso i social, con video interviste, do luce alle spa che sono le mie protagoniste. Narro le loro storie e le loro personalità.

Le spa hanno una loro personalità, un loro carattere, proprio come le persone.

C’è la spa che ama la montagna, un’altra il mare o la talassoterapia, una l’olismo e la spiritualità, un’altra l’urban style, la family e i pets. E tutte diventano destinazioni di benessere differenti.

we. Cosa chiedono gli imprenditori della Spa Industry?

Come fare a dare identità e unicità al territorio e come valorizzare la spa attraverso percorsi che possono essere di una settimana oppure one shot. Quindi do voce al mondo che vi ruota intorno. Le spa sono un’aggregazione di elementi disparati apparentemente distanti: arredo bagno, nutrizione, cosmesi, bellezza, mindfullness, movimento, natura, spiritualità. Sono un hub che permette di fare cultura del wellbeing – preferisco questo termine al wellness perché include anche mente e anima.

Quando condivido un’esperienza mi chiedo sempre che utilità porto e a chi: allo spa manager, al naturopata oppure al fisioterapista, al medico o stakeholder, al consumer, al progettista o al designer. Do voce a tutti, raccontando il loro stile e la loro unicità. Che stile ha la Toscana, la Sicilia, l’Umbria, la Lombardia? Ho un approccio inclusivo e divulgativo con un obiettivo più alto: portare il made in Italy nel mondo.

we. Come si valorizza una spa?

Quando entro in una spa mi chiedo subito come poterla valorizzare e raccontare. Io lo faccio con la mia teoria dei 5 elementi. 5 è il mio numero: sono la quinta di cinque figli, lavoro con le mani, con 5 dita, e con 5 sensi, ho girato 5 continenti, 5 è il numero della comunicazione, 5 sono i giorni della settimana e gli elementi della medicina cinese. A ogni giorno della settimana ho associato uno dei pilastri del benessere. Al lunedì il legno e il colore verde, lo sport e il movimento, e tutti i lunedì racconto dell’elemento legno in quella regione e per quella destinazione e intervisto l’esperto delle discipline legate al movimento fisico. Il martedì invece è legato al fuoco e al colore rosso.

we. Cosa rispondi a chi ti definisce influencer?

Durante la mia attività didattica, per più di venticinque anni ho lavorato con i bambini. Non voglio influenzare o manipolare la mente di nessuno. Scrivo ma non sono un’ influencer, piuttosto quello che faccio è istigare al benessere. Suscito il desiderio nel paese del desiderio. Perché credo che l’Italia sia il Paese del benessere. Ne ha tutte le risorse, sia dal punto di vista geofisico che di quello culinario, oltre a essere i massimi esportatori di prodotti di cosmesi naturale. È il Paese dove esiste la vera cultura della salus per aquam.

Suscito il desiderio nel paese del desiderio.

we. Come sei diventata specialista di spa?

Da sempre ho questo credo profondo mens sana in corpore sano. E da sempre sono abituata a interagire con il mondo della fisioterapia e della ricerca del benessere, dell’inclusività – ho un fratello con una disabilità importante. E ho la capacità a livello manuale di infondere benessere con le mani. Già a undici anni avevo chiaro cosa fare: in un tema scrivo o la maestra o la fisioterapista. Alla fine ho fatto entrambe. Sono l’ultima di cinque figli di una famiglia milanese, ho sempre lavorato, fisioterapista, naturopata, insegnante in scuola primaria per venticinque anni, continuando a investire sulla mia formazione, facendo master specialistici nel settore del wellbeing. Ho viaggiato tantissimo – una mia sorella è stata hostess di volo- cercando nel mondo quegli angoli di benessere con un approccio di conoscenza antica. Ho studiato la Cabala, lo Sciamanesimo, le terapie Essene, lo Scintoismo, il Taoismo. La conoscenza del mondo e delle religioni che ho avuto modo di studiare l’ho introdotta in un percorso professionale che mi ha permesso di integrare quello che già facevo con il lavoro sul corpo con il mondo del benessere a tutto tondo. Sono nata sotto il segno dei Pesci, quindi amo dare un senso ai sensi in maniera spirituale – e i miei viaggi mi hanno portato a un’apertura spirituale – ma nello stesso tempo sono pragmatica, mi piace experire attraverso la materia. E da sempre sono social – fin da quando nel cortile di casa la famiglia si allargava con gli amici dei fratelli e gli amici di amici – con una propensione alla comunicazione

we. Parlaci di Inspa e di Inspatour.

Dopo la tesi in naturopatia nel 2016 – Naturopatia web. Il fenomeno della blogger del benessere – ho depositato a livello europeo il brand Inspa che declino in vari modi: Inspatime, Inspabody, Inspafood, Inspamind, Inspaworld, Inspalife, Inspabeauty. Inspatour è il tour annuale con il quale visito le spa destination. Inspatour ha inizio in pieno lockdown, dopo un lutto molto doloroso. Avevo bisogno di stare sola e sono partita per un viaggio catartico, tornando in tutti quei posti che avevo visitato con mio papà, che viaggiava molto per lavoro. Ho guidato per circa 45000 chilometri in lungo e in largo per l’Italia, divulgando sui social posti esclusivi che in quel periodo erano chiusi per motivi contingenti.

Inspatour 2022 mi vedrà impegnata in Gran Bretagna.

we. Spa e turismo. Un binomio vincente anche tra i più giovani. Ce ne parli?

Nei motori di ricerca la prima keyword è wellness. E questo vale anche per i Millenials e la GenZ.

I giovani sono molto più consapevoli e sensibili all’etica dei brand. Sono iperconnessi non solo nel web ma anche con la natura, amano il movimento, lo sport e mangiare sano. I nuovi trend sono salute, benessere e contatto con il luogo che si traduce sia nel food&beverage ma anche con l’utilizzo di materiali autoctoni per l’arredo e il design. Sono loro i clienti di domani.

we. Quanto ha influito il periodo di pandemia su questa nuova e maggiore attenzione per noi stessi?

Tantissimo. Questo periodo ha creato un vuoto di cui abbiamo paura. Il vuoto viene riempito da tante cose: ascolto di se stessi, del proprio silenzio, del proprio respiro, dei propri sogni. Creare un vuoto significa anche fermare il tempo. Se ci pensiamo bene questo è un lusso. Andavamo a una velocità disumana. Questa pandemia ci ha rallentati e ci ha permesso di tornare alla centralità dell’uomo. Per questo c’è un ritorno all’ umanesimo molto forte. Nei prossimi 5 anni saremmo alla vigilia della società 5.0:  bisogna trovare un modello di spa 5.0 che metta l’uomo al centro dell’universo.

we. Ma ora siamo a una spa 4.0?

Non tutte. Si è lavorato molto sulla sostenibilità ed ecocompatibilità, sull’olismo, sull’incontro tra oriente e occidente e sul design. Io sono fermamente convinta che il design e il senso del bello influiscano moltissimo sul mindset e sullo stare bene. È l’armonia che fa la differenza e non c’è armonia senza il bello.

È l’armonia che fa la differenza e non c’è armonia senza il bello.

we. Quanti tipi di spa ci sono?

Moltissimi. Ma ti dico qual è la spa che non ci deve essere: quella sostenibile perché la sostenibilità è ormai un must, un dovere sociale. Tutte le spa dovrebbero essere sostenibili o meglio ecocompatibili e lavorare con la territorialità.

we. Quale sarà la spa del futuro?

La spa del metaverso, un concetto da poco introdotto da Zuckerberg. Un incontro tra virtuale e reale. Una realtà virtuale che inizia a stimolare i sensi e creare il desiderio di andarci e una realtà che poi appaga i sensi attraverso l’esperienza. E deve essere sinestetica cioè fornire un’esperienza attrezzata a soddisfare contemporaneamente più sensi. Faccio un esempio: sento un profumo, mentre sto degustando qualcosa mentre vedo un’immagine evocativa. In questo modo ho la sinestesia di tre sensi. Questo aumenta la capacità creativa. Se non sei 5 anni avanti e non hai qualcosa da dire non sei utile per i prossimi 5 anni anni.

Se non sei 5 anni avanti, e non hai qualcosa da dire, non sei utile per i prossimi 5 anni.

we. Un consiglio a chi vuole aprire una spa?

Essere fedele alla territorialità e creare unicità. Essere coerente, preparato, vero. Ogni spa non è replicabile. Scopri il valore dei tuoi valori e allora creerai un brand unico. Con anima. La spa è il luogo dell’arte dell’accoglienza, della spiritualità, del servizio. Se non c’è l’anima, la gente non torna.