H&A Associati firma il nuovo NH Collection Venezia Murano: dodici fabbricati preesistenti con il sapore dell’hotel diffuso.

Sorge all’interno della storica vetreria De Majo di Murano il nuovo hotel NH Collection Venezia Murano Villa. Curato dallo studio H&A associati, con sedi a Venezia e Shanghai, il progetto architettonico e interior design dell’hotel 4 stelle superior rimanda alle origini di una delle prime vetrerie di Murano.

È stato conservato il complesso dei dodici fabbricati preesistenti come richiamo all’intero ciclo produttivo e ovunque, nei diversi ambienti e spazi dell’hotel, sono intatte alcune tracce della precedente destinazione d’uso.

L’ex fornace si caratterizzava per la presenza di dodici corpi di fabbrica all’interno di un’area di 12.000 metri quadrati. Lo stato di conservazione generale era piuttosto precario, alcuni edifici erano crollati. Fra tutti spiccava il fabbricato principale della ex fornace, di carattere tipicamente industriale, con murature perimetrali in laterizio intonacato esternamente e copertura a volta in calcestruzzo armato, affiancato dalla ciminiera in mattoni.

L’estensione dell’area, la diversità degli edifici, la loro distribuzione con diversi orientamenti, conferivano alla fabbrica l’aspetto del borgo, con un luogo d’incontro principale e percorsi di collegamento fra le varie costruzioni. Il progetto ha voluto mantenere questa particolare dimensione, facendo del nuovo hotel una sorta di albergo diffuso unito da calli, corti e campielli.

Piero Giovannini, partner e fondatore di H&A Associati, spiega la nascita del progetto: “Fin dallo studio di fattibilità era apparso chiaro che una struttura ricettiva nell’isola di Murano avrebbe innescato un processo di rigenerazione urbana in un’area dove l’intensa produzione vetraria dei secoli scorsi aveva lasciato il posto a un vuoto sociale ed economico non irrilevante. Altrettanto chiaro ci era sembrato che il nuovo insediamento alberghiero avrebbe dovuto mantenere l’atmosfera industriale che l’impianto, nonostante l’abbandono, continuava ad avere. Il significato che fin dall’inizio si è voluto attribuire al progetto è infatti di preservare il carattere industriale, essenziale, funzionale, duro, finanche scabro di questo vasto complesso concepito per la lavorazione del vetro e di oggetti d’arte in vetro”.

Il dialogo fra il carattere industriale della costruzione originaria e l’esigenza di comfort e accoglienza della nuova destinazione è diventato il filo conduttore anche nel progetto degli interni. L’attenzione ai segni e alle tracce lasciate dal tempo sui materiali e all’unicità della tradizione artigiana locale sono stati ispirazione per strutture, architettura e interior.

Al mondo industriale appartengono i pavimenti in getto di cemento levigato del piano terra, i serramenti in profili metallici grigio scuro opaco con la caratteristica suddivisione a riquadri, i frammenti di muratura e intonaco preesistenti, lasciati a vista. Così anche l’intonaco materico scelto per le zone comuni. Il loro carattere funzionale, standardizzato, contrasta anche con il ‘tappeto’ a mosaico della hall d’ingresso: la tradizione del terrazzo alla veneziana, con i frammenti di marmo inseriti nell’impasto un tempo di calce, oggi di cemento, si coniuga con quella del mosaico vetroso in un omaggio a Carlo Scarpa.

Richiamano il mondo industriale anche la famiglia di sedute disegnate ad hoc che abbinano essenziali strutture in tubolare d’acciaio con i tessuti di una casa storica di alta produzione tessile veneziana, Rubelli.

Per l’illuminazione, i corpi luminosi di Artemide sono stati abbinati a due famiglie di lampade realizzate per l’hotel: Livia e Maria. Livia è una ‘torcia’ in acciaio crudo e ottone con un diffusore in vetro trasparente, usata come sospensione e da parete. Maria si caratterizza per lo stelo in ottone che sorregge un diffusore a campana, in ferro crudo e vetro artigianale rosso.

Due grandi sculture luminose, realizzate dalla vetreria De Majo, si estendono sul soffitto della hall e dell’area lounge, in omaggio alla laguna e alla sua acqua in continuo movimento.

Anche nelle 104 camere, ognuna diversa dall’altra per forma e dimensione, essendo ricavate da spazi esistenti o vincolate a elementi strutturali e architettonici, prosegue il confronto fra il contesto e la funzione.

La tessitura muraria irregolare delle pareti in mattoni a vista è accentuata dalla luce radente che scende dall’alto e dalla nitidezza degli arredi imbottiti.

ph. Daniele Domenicali.