Pedrali, azienda storica italiana che vanta una produzione di mobili per il contract e il residenziale al 100% Made in Italy, è anche una impresa con profonde radici ecosostenibili.  
Questa filosofia viene trasposta non solo nel design come atto finale ma in tutta la produzione e nella gestione aziendale.
Ne parliamo con Monica Pedrali, titolare, insieme al fratello Giuseppe, dell’azienda di famiglia.

Monica Pedrali – CEO Pedrali Spa.

we: Per capire dove siete arrivati ora, partiamo dall’inizio. Come nasce l’azienda e quali sono stati i motivi artefici della crescita?

La storia della nostra azienda affonda le sue radici nel 1963, anno in cui mio padre Mario Pedrali fonda un laboratorio artigiano nella cittadina di Palazzolo sull’Oglio, in provincia di Brescia, all’interno del quale inizia a produrre le prime collezioni di sedute per outdoor in ferro battuto.

Già negli anni Settanta, tuttavia, Mario avvia un percorso che lo porta a collaborare con architetti e progettisti sia in Italia, sia all’Estero e ad affacciarsi anche all’arredo per l’interior, specializzandosi sempre più in una produzione industriale che si rivolge al settore contract.

I principi cardine su cui da sempre si è fondata l’azienda sono: bellezza, tradizione e innovazione.

La bellezza trova forma nelle collezioni che ogni anno l’azienda presenta in occasione del Salone del Mobile o alle numerose fiere internazionali cui prende parte. Nasce dalla collaborazione con designer del calibro di Jorge Pensi, Patrick Jouin, Sebastian Herkner, Eugeni Quitllet, Odo Fioravanti, CMP Design, Claudio Bellini, Patrick Norguet, per citarne alcuni e si concretizza nei progetti in cui questi arredi vengono specificati.

La tradizione è quella legata all’azienda che realizza tutto internamente, nelle due sedi produttive di Mornico al Serio e di Manzano. Nella prima, in provincia di Bergamo vengono lavorati gli arredi in metallo, in materiale plastico e gli imbottiti; nella seconda, in provincia di Udine, quelli in legno. L’obiettivo è offrire ai clienti una garanzia autentica di qualità, data dal controllo a 360 gradi dell’intera filiera produttiva.

L’innovazione vede Pedrali connotarsi come un’industria 4.0 le cui fabbriche sono dotate di macchinari interconnessi e che, già da diversi anni, investe nella digitalizzazione dell’attività produttiva. Ogni anno una significativa parte del fatturato viene investita in innovazione, tecnologia e impianti, oltre che in sostenibilità ambientale.

we: Molto spesso la sostenibilità viene cavalcata dalle aziende come fenomeno di moda e di marketing. Ma non basta un green washing per essere credibili. Non è questo il caso vostro, che avete sposato con passione la filosofia green. Spiegaci il perché di questa scelta.

Scegliere di essere sostenibile è per un’impresa una grande responsabilità. Le certificazioni di sistema e di prodotto rappresentano una garanzia di credibilità e di affidabilità, un elemento concreto e tangibile per ovviare al pericolo del “green washing”. Da oltre quindici anni la nostra azienda lavora e investe in sostenibilità ambientale. Partiamo dal presupposto che un design sostenibile sia l’atto finale di tutte quelle attività volte a migliorare l’impatto sull’ambiente. Questo deve dunque essere in armonia con la natura minimizzandone l’impatto negativo, e caratterizzato da prodotti di qualità capaci di durare nel tempo, sia a livello di stile, sia a livello di performance, ponendo in primo piano la salute e il comfort delle persone.

Resta fondamentale prestare attenzione, già in fase progettuale, oltre che sia durante il processo produttivo, ai materiali utilizzati, all’ottimizzazione del consumo di materie prime e alla razionalizzazione delle risorse, oltre che al riuso e/o riciclo dei rifiuti e al controllo delle emissioni.

Plastica e legno: due materiali sui quali Pedrali incentra il focus sostenibilità

we: Plastica e legno: sono questi i due materiali sui quali incentrate il focus sostenibilità.  Quali sono i cardini green della produzione?

Per quanto riguarda la plastica, abbiamo recentemente presentati un nuovo materiale composto per il 50% da scarto di materiale plastico post consumo e per il 50% da scarto di materiale plastico industriale. Gli scarti di materiale plastico post consumo derivano da prodotti precedentemente utilizzati dai consumatori, come per esempio bottiglie in plastica o imballaggi alimentari, e sono il frutto di una corretta raccolta differenziata porta a porta. Quelli industriali provengono invece da scarti di materie plastiche, dai contenitori, dai film plastici. Questo mix consente di avere un prodotto “green” qualitativamente avanzato, capace di garantire performance meccaniche di alto livello. Ricavare il 50% di questo materiale da scarti di post consumo significa selezionare, smistare e recuperare un materiale che altrimenti dovrebbe essere smaltito. E sono necessari test e analisi accurate per far sì che questo diventi una materia prima con la quale realizzare un arredo.

Il 50% di scarti post consumo rappresenta il limite massimo che permette a questo materiale di garantire al prodotto alti standard qualitativi in termini di resistenza e durabilità, considerato che Pedrali realizza prevalentemente arredi per il contract, sottoposti quindi ad un utilizzo massivo e prolungato. Per comprovare queste proprietà, gli arredi realizzati con il nuovo materiale 100% riciclato vengono sottoposti a test di resistenza, devono dimostrare di sopportare senza conseguenze l’esposizione prolungata alla luce e temperature che vanno da +50° C a -10° C. È altresì necessario che le finiture antistatiche di cui sono provvisti siano semplici da pulire e manutenere, oltre che ottimali da igienizzare e disinfettare.

Pedrali per AUC Tahrir Cafeteria, American University in Cairo

I prodotti Pedrali realizzati in legno sono certificati FSC® C114358, garantendo così la provenienza della materia prima da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici. Questo significa che l’azienda, per la sua produzione, sceglie di utilizzare materiale proveniente esclusivamente da foreste certificate, nel pieno rispetto dell’ambiente. A partire dal 2018 inoltre, per le collezioni in legno, vengono utilizzate vernici a base acqua composte per lo più da resine di origine vegetale. Composte per il 40% da materie prime provenienti da sostanze vegetali “di scarto”, queste vernici realizzate su base vegetale hanno durezza, resistenza chimica e alla luce e lavorabilità industriale paragonabili ai classici prodotti di derivazione petrolifera, ma con una netta riduzione della componente fossile. Realizzate con materiali rinnovabili derivanti da processi di raffinazione di sostanze vegetali di scarto, le vernici utilizzate da Pedrali garantiscono una drastica riduzione dei VOC (Volatile Organic Compounds), composti chimici contenuti nelle normali vernici che evaporano a temperatura ambiente e possono provocare gravi danni alla salute umana, oltre che contribuire all’inquinamento dell’aria. Ne derivano ambienti di lavoro più salubri e meno pericolosi, considerato il fatto che queste vernici non sono infiammabili, un minore inquinamento dell’aria e un enorme risparmio energetico con la conseguente riduzione di emissioni di CO₂.

we: Siete un’azienda certificata. Quali sono stati i vostri successi e di cosa vai particolarmente orgogliosa?

Pedrali condivide gli Obiettivi 2030 della Comunità Europea. A dimostrare questo impegno verso un miglioramento continuo sono i notevoli investimenti aziendali in certificazioni di sistema e di prodotto. L’obiettivo è quello di soddisfare le esigenze del cliente in termini di design, performance, sicurezza e durabilità nel tempo, migliorando continuamente i processi produttivi e le prestazioni ambientali.

Tra le certificazioni di sistema spiccano la UNI EN ISO 9001:2015 per la qualità dei processi aziendali e la UNI EN ISO 14001:2015 per una produzione basata su una politica ambientale sostenibile, estese a tutti i processi produttivi.

L’obiettivo primario è migliorare continuamente i processi produttivi e le prestazioni ambientali.

L’azienda ha inoltre recentemente completato lo studio di Corporate Carbon Footprint e ne ha ottenuto la certificazione secondo la norma UNI EN ISO 14064-1:2019. Lo studio misura l’ammontare totale delle emissioni di gas ad effetto serra prodotte, direttamente e indirettamente, dalle attività svolte da un’organizzazione in un determinato intervallo temporale. Analizzando quanta CO₂ emettiamo, riusciamo a sapere qual è l’impatto del nostro intero ciclo produttivo sull’ambiente. Questo ci permette di avere dati concreti per definire obiettivi di miglioramento continui, monitorabili e quindi raggiungibili.

we: In fase di scelta, quanto conta per il cliente l’anima green di un’azienda?

I clienti sono sempre più sensibili al tema della sostenibilità ambientale. Per esempio, aver scelto arbitrariamente di effettuare uno studio di Corporate Carbon Footprint e di ottenerne la conseguente certificazione, ha consentito all’azienda di comprendere le debolezze ambientali dei propri cicli produttivi. Partendo da dati oggettivamente misurabili, è possibile ridurre gli sprechi ed aumentare l’efficienza, comunicando al contempo una politica aziendale green fondata su dati concreti e confrontabili. L’azienda rende tangibile la sua strategia, ufficializzando gli sforzi e la propria responsabilità degli arredi negli spazi del prossimo futuro. L’importanza dell’impatto ambientale sulla salute dei propri ospiti e su quella degli operai che lavorano è sempre più sentita.

we: Frida si aggiudica il XXII Compasso d’Oro. Raccontaci di questo successo e del rapporto con i vostri designers. Quali i brief di prodotto?

Frida, disegnata da Odo Fioravanti, si è aggiudicato il premio Compasso d’Oro ADI nel 2011 “per la semplice bellezza scultorea”.

Frida rappresenta il risultato di un lungo lavoro portato avanti con cura per ottenere un progetto che coniugasse bellezza e tecnologia, amore per i dettagli e semplicità. Entrare con questa sedia in una cerchia ristretta di prodotti che hanno fatto la storia del design è stato per noi motivo di grande soddisfazione e orgoglio. Questo riconoscimento premia la scelta di sviluppare e realizzare interamente i nostri prodotti in Italia attraverso l’utilizzo delle più sofisticate tecnologie di produzione, la ricerca delle materie prime di alta qualità e l’impiego di accurati test di resistenza per il raggiungimento delle più selettive certificazioni in termini di qualità.

we: Come viene gestito il contract e l’hospitality e quali sono le caratteristiche che un’azienda deve avere per proporsi in questi settori?

Non è possibile definire un confine tra la sicurezza, la durabilità e la resistenza meccanica dei prodotti. Si tratta di tre requisiti assolutamente fondamentali, tanto più per arredi destinati al contract e all’hospitality.

Queste norme rendono più semplici e veloci le operazioni di manutenzione, usabilità e igienizzazione. Questo consente di dedicare le risorse umane all’interno delle strutture ricettive del mondo hospitality al servizio al cliente.

Le nostre sedute superano le norme più severe previste dalla normativa europea UNI EN 16139 per la sicurezza, resistenza e durabilità negli ambienti contract. I nostri tavoli superano i test di stabilità per l’utilizzo negli ambienti pubblici UNI EN 1730:2012.

Tutti i nostri imbottiti sono realizzati con schiumati poliuretanici ignifughi e tessuti che superano le prove più severe richieste da ogni Paese.

I prodotti garantiti per l’outdoor in metallo, per verificare la loro resistenza alla corrosione, secondo la norma UNI EN ISO 9227:2017, superano severe prove di ore in nebbia salina.

Le materie plastiche e i tessuti superano le prove di resistenza ai raggi UV.