Da prigione femminile a boutique hotel. Come trasformare un luogo antisociale in uno spazio di hospitality.

Grüntuch Ernst Architekten, studio di progettazione che si è occupato di alcune delle riconversioni più ambiziose di Berlino, ha trasformato l’ex tribunale e la prigione femminile del quartiere di Charlottenburg in un boutique hotel con annessi ristorante e galleria d’arte indipendenti.

Grüntuch Ernst Architekten. ph. Robert Rieger

Ciò che i progettisti si sono trovati a reinventare era un luogo incantato, abbandonato da decenni, invaso dalla vegetazione. Lo studio ha cercato di mantenerne magia e atmosfera rinnovando e ampliando i suoi spazi, nascosti al traffico cittadino.

La sfida più grande, indubbiamente, è stata quella di navigare nella spinosa serie di quesiti etici, filosofici e culturali che sorgono in un adattamento di questo tipo. Quanto del passato deve rimanere visibile? Che aspetto ha un progetto rispettoso? Quanto è necessario e opportuno intervenire?

Amtsalon. ph. Markus Gröteke.

Il processo ha comportato l’inversione della configurazione spaziale e del suo significato in modo che un contesto antisociale come una prigione potesse diventare un luogo invitante e piacevole.

Wilmina è un luogo con un passato importante, come tanti altri in questa città, a cui è stata data una nuova possibilità, una nuova vita. E questo passato non è sempre stato semplice. Durante la seconda guerra mondiale, nella prigione furono rinchiusi attivisti della resistenza tedesca. Dopo la guerra, l’edificio del tribunale è stato utilizzato come ufficio del catasto, mentre la prigione sul retro è stata un centro di detenzione minorile fino al 1985 per poi essere utilizzata come archivio fino al 2010. In seguito, è diventato un set per diversi film storici, tra cui The Reader, con Kate Winslet e Ralph Fiennes.

Lovis Restaurant. ph. Robert Rieger.

Il tribunale penale e la prigione furono costruiti nel 1896 come edifici indipendenti dagli architetti Adolf Brückner e Eduard Fürstenau. L’edificio su strada, l’ex tribunale, ora, con il nome di Amtsalon, è stato trasformato in uno spazio multidisciplinare per la cultura, l’arte, l’architettura e il design. L’edificio più interno, quello che fu una prigione femminile, è ora l’hotel Wilmina con il suo ristorante Lovis.

Si è cercato di trovare un equilibrio tra conservazione storica e riuso adattativo per la vita contemporanea. Attraverso interventi sensibili con aperture, sovrapposizioni, rilocazioni, le strutture esistenti sono state ampliate, collegate e riprogrammate.

Nel processo di conversione anche elementi esistenti sono stati riutilizzati e riconfigurati con cura.

ph. Patricia Parinejad.

Per raggiungere l’edificio che ospita l’hotel si attraversano l’edificio su strada dell’ex tribunale e una sequenza di cortili con alberi, arbusti, siepi e piante rampicanti. Su ampie parti del cortile sono state ritagliate rigogliose aiuole perenni: una sorprendente isola di verde nel mezzo della città progettata dai paesaggisti di Atelier Le Balto.

Per quanto riguarda le camere per gli ospiti è stato necessario trovare il modo di combinare le minuscole unità delle prigioni in confortevoli stanze. La loro dimensione varia da 11 mq ai 75 dello spazioso Garden Loft ricavato nell’ex sala riunioni. Nonostante le somiglianze, ogni camera è unica.

La penthaus. ph. Patricia Parinejad.

Prima della conversione, le piccole finestre delle ex celle permettevano alla luce del giorno di entrare nelle stanze, ma erano troppo in alto per consentire la vista dell’esterno. Perciò gli architetti hanno allargato le aperture verso il basso per permettere una vista sul cortile, mentre le sbarre nella parte superiore delle finestre sono rimaste intatte. Questo trattamento delle finestre è solo uno dei molti punti di contatto in cui l’hotel entra in dialogo con la storia del suo edificio.

Un’atmosfera completamente diversa accoglie gli ospiti al nuovo piano attico. Le finestre a tutta altezza si affacciano sui cortili e sui giardini.

L’hotel si compone di 44 camere e suite, una terrazza sul tetto sopra il nuovo attico, una biblioteca, un bar, una spa, una palestra e il ristorante Lovis collocato in quello che fu il cortile della prigione. Grandi finestre panoramiche sostituiscono i vecchi cancelli e offrono una vista sui giardini.

Foto di apertura, facciata della penthause. ph. Patricia Parinejad