THDP, pluripremiato studio internazionale con collaborazioni con le più importanti catene alberghiere, nasce nel 2005 da Manuela Mannino e Nicholas Hickson, con sede a Londra ma con radici italiane. Un binomio vincente quello di Manuela e Nick che fin da subito convince. In continua crescita.

ph. Linda Scuizzato.

we: Raccontateci il segreto di questo successo.

MM: Siamo entrambi attratti dalle caratteristiche dei due Paesi, la ricchezza dei dettagli e l’eclettismo british e il design contemporaneo italiano. Questo accomuna tutto il team che ha esperienze e curiosità internazionali. Il nostro studio si sta trasformando e ingrandendo, con un network sempre più capillare tra UK e Italia che risponde all’esigenza di progetti in crescita nel sud Europa.  L’ufficio di Londra cura principalmente il nord Europa e quello italiano i progetti sud europei.

ph. Giorgio Baroni. Terme di Saturnia.

we: Design Italiano, design British: quanto di uno e quanto dell’altro portate nei vostri progetti?

NH: In UK c’e una cultura dell’interior design che è molto ricercata, ci sono corsi e scuole che preparano a questa professione e soprattutto c’è un mercato di interior design residenziale e commerciale che è molto dinamico. Questo approccio residenziale che costruisce tutti i dettagli e gli strati degli schemi di progetto è tipico British. Amiamo l’uso di pattern, il velluto chenille e il piping nei cuscini! Lo stile italiano è nella scelta degli FF&E che tendiamo a preferire nelle aziende contemporanee in modo da virare i progetti su un look&feel più in linea con lo stile di vita delle generazioni più giovani, sedute più rilassate e comode, arredi flessibili, uso del colore in palette precise e studiate.

we: Lavorate molto con catene, tanto per fare un nome Hilton per la quale avete progettato a Milano, a Barcellona a Francoforte, HHN Hospitality con gli Indigo IHG a Verona e Venezia, il Double Tree by Hilton Rome Monti. Cosa significa lavorare per le grandi catene e quale l’approccio progettuale? Qualcosa è cambiato e non si può più parlare di standardizzazione.

MM: Non bisogna confondere gli standard con l’appiattimento del design. Gli standard sono regole tecniche di supporto che si applicano soprattutto nelle norme di prevenzione incendi, nel room mix camere e negli outlet F&B che sono molto diversi a seconda dei vari brand. Il design è sempre molto libero, legato al target del marchio, al senso del luogo, all’espressione massima della potenzialità dell’hotel rispettivamente verso l’esperienza dell’ospite e il ritorno di investimento per il cliente. Sia il cliente che il designer, nel caso dei marchi, ma più in generale nella progettazione alberghiera devono fare un piccolo passo indietro e mettere l’ospite al centro di qualsiasi decisione.

Il design alberghiero è umanistico: l’ospite deve essere necessariamente al centro di tutto.

we: Dietro a ogni operazione c’è necessariamente una considerazione di ordine economico. La progettazione non standardizzata rischia di compromettere l’investimento?

NH: Il rischio c’è ma si può evitare se si conosce l’ambiente, se si sa come muoversi, se si ha un network di produttori in grado di sostenere le scelte di design, se si fa tantissima ricerca… 

we: Più di quindici anni nel settore. Cosa è cambiato nella progettazione alberghiera? 

MM: C’e’ più attenzione alle località ancora da scoprire, alle esperienze immersive, dove non si punta a un design molto enfatizzato ma a un’armonia data dalla ricerca su più fronti, dove si crea un legame tra gli ospiti e l’hotel.

ph. Beppe Raso. Hilton Francoforte.

we: Quali i trend del momento?

MM: La sostenibilità e la tracciabilità di tutta l’operazione. Gli ospiti hanno il desiderio di essere parte di operazioni etiche e trasparenti, dove lo staff non è più quasi invisibile e nel dietro le quinte, ma può partecipare a creare momenti memorabili, con attenzioni e interazioni autentiche verso gli ospiti.

we: Riuscite a essere sia classici che contemporanei, sempre in equilibrio tra un linguaggio di design e funzionalità. Non avete però una riconoscibile cifra stilistica. (E per fortuna, alcuni commenterebbero). Siete d’accordo con questa osservazione?

NH: Pensiamo che i nostri progetti siano sempre in contatto con la località, con un’impostazione di stile che non è personale, ma è basato su una ricerca ad hoc e un forte concept narrativo per ogni progetto.

we: Colore, materia, forma: i giusti ingredienti per una buona progettazione. Qual è il vostro approccio? 

MM: Le palette di colori sono sempre organizzate e studiate in dettaglio. Possono partire da un’immagine su una rivista oppure una foto locale. La ricerca sui materiali è specifica e curata con schede tecniche e certificazioni, dove tutti i materiali rispondono a esigenze di performance. Soprattutto i materiali di rivestimento e i tessuti sono selezionati in base alle schede tecniche. I prodotti vengono scelti in base alla varietà di misure e formati, normalmente le aziende specializzate in contract sono più flessibili su questi temi. Non siamo legati a forme e geometrie ma propendiamo per le linee morbide e gli ambienti confortevoli, senza dettagli architettonici troppo enfatizzati e over design, soprattutto per soffitti, pavimenti e in generale l’architettura interna.

we: Il cliente migliore? Quello che si affida completamente all’architetto o quello che da regole precise?

NH: Ci troviamo meglio inseriti in progetti con un team di specialisti per competenza, in cui il cliente non è un singolo proprietario ma socieà di investimento. Lavoriamo volentieri con i clienti privati, se sono attratti dal nostro modo di lavorare e creare.

we: Che cosa è per voi il lusso?

NH: Il lusso oggi è legato alla qualità delle esperienze che si vivono in un luogo, anziché la mera sensazione di trovarsi immersi nella ricchezza e nell’eleganza. Oggi lusso significa poter provare emozioni, sensazioni interiori che arricchiscano il viaggiatore. E questo avviene in alberghi sempre più attenti a offrire non solo ospitalità ma occasioni per vivere un tempo di qualità. 

ph. Beppe Raso. Hilton Francoforte.

we: Anticipazioni. A cosa state lavorando?

MM: Fra i vari progetti abbiamo da poco concluso il Marriot RG Naxos che ha appena aperto e stiamo progettando una masseria in Puglia. Il nostro lavoro si sta muovendo sempre più verso il wellness hospitality. Ultimamente veniamo approcciati sempre più da investitori internazionali, per progetti legati a boutique hotel da sviluppare con un’ottica sostenibile e un legame forte con il territorio a cui appartengono.

THDP sarà presente a

Guest Lab – Milano 23 settembre 2021.

Hospitality Day. Cafe del design. Rimini 12 ottobre 2021.