
Le Dune Piscinas. Il posto del cuore.
Da magazzino di un’azienda mineraria a eco resort 5 stelle. Il lusso slow living di Le Dune Piscinas intreccia genius loci e storie di minatori.
È un sogno che si realizza quello di Le Dune Piscinas, fortemente voluto dall’ingegnere Luigi Caccamo, nessuna esperienza come albergatore ma un passato da cliente affezionato dell’hotel e del luogo incontaminato. Ed è dalla passione che nascono le cose migliori, perché crederci sempre è la strategia giusta, che ha portato al superamento di preconcetti negativi legati allo stato vincolato dei luoghi, all’impossibilità di fare ampliamenti, alla salvaguardia totale del territorio circostante che alla fine si è rivelata una strategia vincente. È nel 2011 che Caccamo coglie al volo l’opportunità di acquistare quello che era diventato, dopo vent’anni di frequentazione, il suo posto del cuore.

“Prima che lo ristrutturassimo, l’hotel era un piccolo albergo in un contesto magnifico e colpiva il contrasto tra la perfezione dell’ambiente e la trascuratezza dell’architettura dell’edificio”, spiega Caccamo.


Ma come garantire la sopravvivenza di una struttura ormai decadente e decaduta, ex magazzino a supporto dell’attività di’estrazione mineraria per cui la zona era famosa a partire dalla fine dell’800 e poi trasformata, senza troppi pretese e disponibilità economiche in attività ricettiva? Ed ecco l’idea. Trasformarla in un hotel luxury. Solo così le 28 camere e i tre ristoranti nati a supporto avrebbero potuto ripagare dell’investimento economico. Ma il lusso qui è sussurrato, diventa un tutt’uno con la sostenibilità, con la promozione del territorio e della cultura locale. “La sostenibilità è parte integrante di un’offerta 5 stelle”, afferma il proprietario.


L’hotel ha ricevuto la certificazione di sostenibilità dalla Regione Sardegna che ha premiato gli accorgimenti eco sostenibili adottati nella ristrutturazione come illuminazione 100% LED, uso esclusivo di materiali atossici, ciclo idrico autonomo con sorgente naturale e trattamento anaerobico, ambiente plastic-free, utilizzo di prodotti locali e ridotto consumo di specie ittiche a rischio, veicoli elettricisenza emissione di gas e con un indice di rumorosità pressoché nullo. “I rumori in hotel sono quelli delle onde del mare e del vento, per questo motivo il nostro cinema all’aperto è silenzioso e si sente in cuffia”, continua Caccamo. “La sostenibilità si estende anche all’assenza dell’inquinamento luminoso, qui è possibile vedere il cielo stellato come in pochi altri posti. Ed è allo studio l’acquisto di un piccolo osservatorio astronomico nel 2026”.


Il progetto.
La ristrutturazione è frutto di una lunga ricerca e di una proficua collaborazione con le istituzioni responsabili della tutela del sito, protetto dal Ministero della Cultura. Sono stati preservati e valorizzati i resti storici dell’eredità mineraria locale, posizionando al contempo l’hotel all’avanguardia nella sostenibilità ambientale nel settore dell’ospitalità.
Supervisionato da FVR Engineering di Padova, con l’architetto Enrico Favero, e per gli interni da PL-AG STUDIO di Brescia, con gli architetti Antonio Gardoni e Luca Platto, il progetto valorizza la struttura originale del magazzino minerario, integrando elementi di design e contributi di artigiani sardi.



L’utilizzo di marmo e basalto, ferro battuto, arredi in legno, tessuti sardi e decorazioni tradizionali reinterpretate in chiave moderna trasmette coerenza e rispetto per la sacralità di un luogo da proteggere e preservare. L’ingresso, ricavato dal tunnel originario da cui passavano i carrelli con i materiali estratti, rende omaggio alla storia mineraria e crea una scenografia d’impatto. Il pavimento in teak, intervallato da strisce di ebano, richiama l’effetto dei binari, mentre le applique a parete – realizzate dall’artista tedesco Moritz Waldemeyer – reinterpretano le torce originali con micro pannelli LED che simulano la fiamma. Da qui si accede all’area reception, pensata come spazio informale e accogliente, dove gli ospiti vengono ricevuti come a casa, accomodandosi in poltrona per il check-in.

Dalla reception si accede all’American bar e alla lounge, attraverso un arco di rami intrecciati in ferro battuto realizzato dalla talentuosa artigiana Francesca Frau. Lo spazio mantiene il carattere originale del magazzino, con pavimenti in pietra restaurati, marmo di Orosei levigato, muri spessi e caminetto antico, arredi in rovere e paglia intrecciata, sedute morbide in tessuti artigianali chiari di Maria Antonia Urru. Le camere e suite combinano semplicità e comfort, con materiali locali e arredi su misura. Illuminazione soffusa, arte contemporanea e bassorilievi ispirati a motivi sardi decorano le stanze. Pavimenti in marmo di Orosei chiaro, travi in legno illuminate e pareti chiare valorizzano i dettagli artistici. Letti in ferro battuto con dettagli nautici, mobili in legno sbiancato o rovere tinto noce, sedie in rattan e tavolini in pietra arricchiscono l’ambiente. Tessuti bianchi con accenti di stoffe sarde reinterpretate da Maria Antonia Urru.
Arte e cultura un tutt’uno con la proposta ecosostenibile.
Tra i trend del momento, l’hospitality stringe legami sempre più forti con la cultura e l’arte e Le Dune Piscinas ne è un esempio precursore. Nasce nel 2015 Piscinas Art, un format che prevede che ogni anno un artista soggiorni nell’hotel e ispirandosi ai luoghi produca un’opera d’arte da installare in hotel. Prima di lasciare l’hotel, l’artista nomina direttamente il suo successore.
Da questo nasce la collezione artistica presente a Le Dune Piscinas. Ma non solo. “L’hotel ospita anche alcune opere della mia collezione e altre realizzate site specific da artisti poi diventati miei amici come Papetti, Shafik, Guerzoni, Anvidalfarei, Fanti, Crisa. L’arte è per me molto importante, tocca corde profonde della mia sensibilità e non poteva mancare in un progetto che nasce dall’amore per il luogo”.
Le Dune ospita anche una biblioteca, di circa 2000 libri, una cubatura importante, a scapito di spazi più meramente ricettivi. E questo perfettamente in linea con lo spirito imprenditoriale che ha dato l’imprinting al progetto.
ph. Mattia Aquila
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Incontra Luigi Caccamo, insieme a Roberta Filippini, il 17 settembre a Milano | Via Durini 3 | Terrazze Salvioni | dalle 18 alle 20 | nel panel:
Progettare l’outdoor per l’hotellerie. In armonia con la natura e biofilia nell’ospitalità.
Un’iniziativa di UNOPIU’ in collaborazione con we:ll magazine e Teamwork Hospitality.
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