Sul lago di Costanza una villa primi ‘900 diventa il guscio di un hotel con ristorante cosmopolita e dna alpino. L’approccio mirato e rispettoso dell’esistente dei danesi Space Copenhagen.

Passato e presente si completano e si arricchiscono di nuovi schemi nell’hotel e ristorante Mammertsberg a Freidorf, in Svizzera, all’interno di una villa del 1911 con tipologia a chalet. Lo studio danese Space Copenhagen ha impostato una nuova conformazione spaziale interna per accogliere l’hotel, il ristorante e le sei camere adiacenti pur mantenendo la diffusa presenza del legno.

Signe Bindslev Henriksen e Peter Bundgaard Rützou hanno lavorato con le proporzioni classiche esistenti dello spazio, alti soffitti, generose aperture e le pareti rivestite con pannelli in legno, per creare l’ambientazione più adatta alla cucina dello chef Silvio Germann in sintonia con la monumentale scala a chiocciola dell’architetto Tilla Theus che collega il ristorante al piano terra al bar e alla lounge del primo piano (vedi foto di apertura).

Space Copenhagen. Peter Bundgaard Rützou e Signe Bindslev Henriksen.

L’esistente è diventato non solo un vincolo ma uno stimolo per trovare nuove soluzioni progettuali come afferma Signe Bindslev Henriksen: “In questo progetto ci siamo lasciati indirizzare dall’impostazione esistente basata su schemi formali tipici delle case svizzere di montagna senza troppo sconvolgere lo stato di fatto “. I progettisti hanno studiato per il ristorante una serie di elementi su misura: i tavoli in rovere massiccio, i divani e i tavolini dei salotti al piano inferiore che sono rivestiti in pelle blu petrolio dalla tonalità intensa.

Le sedute Ren Dining Chair, disegnate da Space Copenhagen per Stellar Works, sono ampiamente utilizzate in tutto l’edificio nella combinazione in noce sabbiato e rivestimento in lino chiaro. La luce gioca un ruolo fondamentale nel disegnare gli spazi e la loro atmosfera. Gli elementi illuminanti sono stati selezionati in base alle loro qualità scultoree: i lampadari mobili di Michael Anastassiades per aggiungere drammaticità alla sala da pranzo principale, così come la sospensione di Ingo Maurer nell’area della reception e l’applique Gubi di Mathieu Matégot nel bar del ristorante. La luce naturale che entra dalle grandi finestre originali è stata schermata dalle ampie tende a tutt’altezza in lino pesante, che conferiscono un maggiore senso di intimità e di protezione dal clima rigido delle Alpi svizzere. Non hanno solo funzione di isolamento acustico e termico ma anche aumentano l’effetto ritmico e di stratificazione del design sulle pareti.

Space Copenhagen ha impresso il proprio marchio di fabbrica anche nei salotti al livello inferiore, utilizzando i Wonder Sofas e Stay Chairs sempre di Gubi, divani e poltrone su loro disegno nelle varianti in tessuto e pelle e l’illuminazione della lampada a sospensione Gravity Collection accostandoli alle poltroncine Loafer Chairs di &Tradition, ad alcuni mobili svizzeri DeSede, alle sedie da pranzo Mater e alla sedia in rattan colorato di Bonacina 1889 nella zona colazione e nella suite delle camere adiacenti dove proprio l’accostamento con pezzi di design danese rappresenta un importante tocco di modernità in stile nordico.

Ciascuna delle sei camere è stata arredata individualmente ma con un comune linguaggio di design tale da creare un ambiente confortevole dopo una giornata di esplorazione delle Alpi: lo stesso fil rouge che pervade gli spazi pubblici arredati con lounge dalle forme morbide, dalle tonalità tenui e con materiali caldi.

ph. Joachim Wichmann.