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Sostenibilità, ecologia ed equità sociale è la formula del successo dei Mob Hotel ideati dall’imprenditore ecologista Cyril Aouizerate. Dalla Francia, il format è pronto a crescere negli Stati Uniti.

Mob è l’acronimo di Maimonide of Brooklyn, ristorante vegano con prezzi accessibili, spazio culturale e cooperativa di prodotti biologici, aperto nel 2011 nell’omonimo quartiere newyorkese dall’imprenditore Cyril Aouizerate e dal celebre cuoco Alain Senderens. Un progetto diventato presto un movimento dalla visione ecologica e sociale che si è divulgato rapidamente oltre gli Stati Uniti trovando riscontro anche nel settore alberghiero come modello per ripensare la città.

Una delle camere al Mob di Lione, ph. Aldo Paredes.

Da qui la scelta di strutture connesse al territorio e aperte ai residenti, dove si utilizzano materiali e prodotti di origine biologica, possibilmente a km zero per la ristorazione, in grado di essere autonome dal punto di vista dell’approvvigionamento energetico e di ottenere la certificazione B Corp che valuta l’impatto di un’azienda sulla società in modo omnicomprensivo.

Con queste premesse nasce il primo Mob Hotel les Puces a Parigi, poi quelli di Lione Confluence e Cannes Carnot. Nel 2026 sarà poi la volta di Bordeaux e nel 2027 è prevista l’apertura di tre nuove strutture negli Stati Uniti, rispettivamente a Washington, Los Angeles e New York.

Lo stile ludico e informale caratterizza gli interni del marchio francese Mob.

Mob House, relax e lavoro insieme.

Il modello di ospitalità è stato ampliato con l’apertura a Parigi di Mob House dedicato ai globe trotter e ai lavoratori nomadi grazie anche al contributo di Michel Reybier, fondatore dell’omonimo gruppo alberghiero, e di Philippe Starck per quanto riguarda l’interior design. Mob House nasce con l’intento di far riscoprire la Francia, il paese più visitato al mondo, agli stessi francesi e di reinventare la nozione di valore e il concetto di lusso.

La piscina esterna del Mob Hotel a Parigi, ph. Aldo Paredes.

La struttura, 100 camere nella formula 3 in 1 ovvero letto, ufficio e sala riunioni, è dedicata a soggiorni più lunghi e comprende sale per ospitare gruppi di lavoro, la brasserie biologica Feuille de Chou con cucina a vista e 200 coperti, un giardino piantumato di 2.000 metri quadrati, terrazze, una piscina esterna riscaldata di 20 metri, una palestra, una sala per seminari e due negozi.

Una stanza del Mob House, con spazi per il relax e il lavoro, ph. Grégoire Gardette.

La proposta di ospitalità vuole valorizzare il tempo libero, creare spazi aperti a tutti, dove si mangia in modo sano e salutare ed è possibile fare sport o stare all’aria aperta. L’edificio stesso è un emblema dei valori di sostenibilità che caratterizzano il progetto globale con materiali naturali quali terracotta, legno e l’argilla anche per arredi e complementi. L’atmosfera interna ripropone quella delle case francesi, ma con lo stile easy chic che caratterizza le altre strutture.

Mob Hotel Cannes.

L’ultimo in ordine di apertura dei Mob Hotel è quello di Cannes, all’interno di un’antica residenza restaurata. Qui l’atmosfera vacanziera è tangibile nei mille particolari e uso dei materiali ed è stato privilegiato il contatto con la natura e con il caratteristico villaggio di Le Cannet.

Non possono mancare le piscine ai Mob, qui quella di Cannes.

Ogni aspetto dell’hotel, dal design al colore bianco delle facciate, è stato progettato per ridurre al minimo l’impatto ambientale e permettere l’integrazione nel paesaggio della Costa Azzurra. Le 43 suite hanno una precisa identità e una atmosfera pacata, da vacanza. Tutti gli arredi in legno, realizzati da artigiani portoghesi, hanno uno stile essenziale e le ampie terrazze delle stanze creano un rapporto simbiotico con l’ambiente circostante e l’aria aperta.

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In apertura, la brasserie Feuille de Chou di Mob House, ph. Grégoire Gardette.