Compagnie low cost e destination. L’arte di prendersi in giro.

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Ryanair ha trasformato le critiche in un punto di forza della sua comunicazione online. Con un’audace strategia ha conquistato i social media a colpi di meme e battute taglienti. Ma non è l’unica azienda nel settore turistico ad aver scoperto il potere dell’ironia.

Nel competitivo e spesso criticato mondo delle compagnie aeree low cost, dove il prezzo è re e il servizio è spesso oggetto di lamentele, Ryanair ha a lungo combattuto una battaglia per la propria immagine. Per anni, il vettore irlandese è stato sinonimo di tariffe stracciate ma anche regole rigide e un approccio al cliente molto criticato. Di fronte a una reputazione difficile da scrollarsi di dosso e a continui attacchi da parte degli utenti online, Ryanair ha operato una scelta strategica tanto audace quanto efficace, trasformando i social media nel proprio campo di gioco, dettando nuove regole basate sull’umorismo e l’autoironia.

La filosofia alla base della strategia di Ryanair può essere riassunta nel celebre detto “se non puoi batterli, unisciti a loro”. E in questo caso, “unirsi a loro” ha significato abbracciare la narrativa dei suoi detrattori, farla propria e trasformarla in un’arma di marketing potentissima.

Mentre la maggior parte delle compagnie aeree utilizza i social media per mostrare destinazioni da sogno, personale sorridente e per gestire le lamentele dei clienti con un tono formale e rassicurante, Ryanair ha scelto una strada diametralmente opposta. I suoi canali (ad esempio Facebook e Instagram) sono diventati un flusso costante di meme, battute irriverenti e risposte sarcastiche che spesso prendono di mira proprio le critiche più comuni rivolte alla compagnia.

L’arte di prendersi in giro.

Il bagaglio a mano che non entra nella cappelliera? Diventa un meme virale. I posti a sedere non reclinabili? Oggetto di scherno da parte della compagnia stessa. Le lamentele per i costi extra? Liquidate con una battuta tagliente che sottolinea, implicitamente, la convenienza delle tariffe base. Questo approccio ha permesso a Ryanair di disinnescare le critiche, anticipandole e trasformandole in intrattenimento.

Questa strategia si rivolge con efficacia a un pubblico giovane, in particolare alla Generazione Z, che popola piattaforme come TikTok. Questo target, avvezzo a un linguaggio ironico e spesso cinico, apprezza l’autenticità e la trasparenza, anche quando si manifestano in una brutale onestà. Ryanair non cerca di apparire come qualcosa che non è. Al contrario, esalta la sua natura di compagnia “no-frills” (senza fronzoli), e lo fa con una tale sfrontatezza da risultare simpatica.

Non solo Ryanair: l’ironia che conquista i viaggiatori.

Ryanair non è l’unica realtà del settore turistico ad aver capito che l’umorismo e l’autoironia possono essere strumenti di marketing estremamente efficaci. Diverse destinazioni in questi anni hanno lanciato campagne per promuovere i propri territori, sfatando i luoghi comuni o addirittura esaltando i propri “difetti”.

Spesso etichettato come uno “stato di passaggio”, il Nebraska (USA) è percepito come piatto, noioso e privo di attrazioni significative. Anziché combattere questa percezione con immagini forzatamente idilliache, la Nebraska Tourism Commission nel 2018 ha deciso di abbracciarla con brutale onestà, creando lo slogan “Nebraska. Honestly, it’s not for everyone” (Nebraska. Onestamente, non è per tutti), utilizzando immagini di paesaggi semplici con scritte autoironiche come: “Famosa per le nostre strade pianeggianti e il nostro cielo infinito. Per fortuna.” O “Meno male che non tutti possono apprezzare un posto dove puoi davvero sentire i tuoi pensieri.” L’approccio cinico e diretto ha generato un’enorme copertura mediatica. Ha trasformato la debolezza percepita (la “noia”) in un punto di forza (tranquillità, autenticità, fuga dalla folla), attraendo un target di viaggiatori in cerca di esperienze vere e non convenzionali. L’onestà disarmante ha creato un senso di fiducia e simpatia.

Vilnius, la capitale della Lituania, è una città ricca di storia e cultura ma spesso sconosciuta al turismo di massa europeo. La sfida era metterla sulla mappa in modo audace e memorabile. La campagna, lanciata nel 2018, si basava sullo slogan provocatorio “Vilnius: The G-Spot of Europe. Nobody knows where it is, but when you find it – it’s amazing” (Vilnius: il Punto G d’Europa. Nessuno sa dov’è, ma quando lo trovi è fantastico). L’umorismo qui è tagliente, ammiccante e gioca su un doppio senso evidente. La campagna è diventata immediatamente virale, generando dibattito e una quantità di pubblicità gratuita che una campagna tradizionale non avrebbe mai potuto ottenere. Ha posizionato Vilnius come una destinazione misteriosa, eccitante e da scoprire, rivolgendosi a un pubblico giovane e avventuroso. Ha usato l’umorismo spinto per risolvere il problema principale: la scarsa notorietà.

Infine, è diventato virale nel 2017 il cartellone installato nell’aeroporto di Helsinki che recitava: “Nobody in their right mind would come to Helsinki in November. Except you, you badass. Welcome” (Nessuno sano di mente verrebbe a Helsinki a novembre. Tranne te, sei un grande. Benvenuto). Un modo geniale per trasformare un punto debole come il clima rigido in un punto di forza, facendo sentire il visitatore un vero avventuriero.

La vera sfida? Smettere di parlare al proprio target e iniziare a dialogare con lui.

Lo abbiamo già visto nell’articolo Quando il marketing di destinazione diventa un gioco coinvolgente: l’era della comunicazione patinata e impeccabile nel settore turistico sembra più spesso lascia spazio a un approccio più umano e vulnerabile. Il consumatore moderno non è più un recettore passivo di messaggi, ma un interlocutore smaliziato che premia la trasparenza. Attenzione, però: quella dell’autoironia non è una formula magica universale, ma una strategia che richiede intelligenza, tempismo e una profonda conoscenza del proprio pubblico. Il successo non sta nel semplice atto di prendersi in giro, ma nella capacità di farlo con arguzia, trasformando una debolezza in un’identità unica e desiderabile. La vera sfida è smettere di parlare al proprio pubblico e iniziare a dialogare con lui, accettandone le critiche e, quando serve, ridendoci su insieme per costruire non solo una clientela, ma una vera e propria community.

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In apertura: foto di Ryanair.

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