Corte Renèe, il tempo lento dell’architettura rurale.

Corte Renèe
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Nel cuore del paesaggio veronese, un antico complesso rurale torna a vivere grazie al progetto di Bricolo-Falsarella Architetti. Quattro alloggi tra suite e loft danno forma a Corte Renèe per un’ospitalità autentica, sospesa tra materia, memoria e silenzio.


Quello che colpisce di Corte Renèe a Castelnuovo del Garda in provincia di Verona è l’immersione totale nel paesaggio naturale circostante che solo i piccoli borghi antichi riescono a trasmette: una suggestione che ha spinto la famiglia proprietaria a intraprenderne il recupero dopo anni di abbandono.

L’obiettivo principale di progetto è stato quello di mantenere la continuità con il luogo originale e con la tradizione, ph. Savorelli Associati.

Bricolo-Falsarella Architetti (in foto sotto) che ha firmato molti interventi di rigenerazione di edifici rustici nel veronese anche questa volta ha creato spazi poetici misurati da un intimo rapporto tra nuovo e antico.
All’interno del resort sono stati ricavati quattro alloggi (suite e loft con diversa disposizione e capienza) dedicati all’ospitalità che sono ricchi della cultura materica e dell’atmosfera dell’architettura ottocentesca integralmente conservata.

“Corte Renèe è un’architettura che invita a fermarsi, a guardare un paesaggio per ascoltare silenzi. Che in questi sguardi e ascolti profondi si possono trovare le radici di un vivere consapevole, magari anche alternativo. Dice che sono spazi intrisi di una cultura materiale profonda fatta di imperfezioni e poesia da conservare e rimettere in vita e di quando l’architettura era fatta di terra, era il luogo e non un’aggiunta. Dice che si può recuperare senza correggere le imperfezioni declinando l’architettura in un tempo in cui le cose si stanno sempre svolgendo. Una cronologia diversa che poi coincide con il tempo umano del sogno, delle architetture che parlano non dicendo, lasciando intuire le radici dei sensi”.


Un progetto calibrato e rigoroso dettato da mirate azioni sulla struttura, per l’inserimento di nuove scale, servizi, impianti ma anche di elementi costruttivi che, seppur contemporanei, si innestano in continuità con il lascito materico e imperfetto dell’esistente.

Uno dei quattro alloggi di Corte Renèe, ph. Savorelli Associati.

L’affiancamento di un piccolo ampliamento in sassi, quelli che una volta venivano utilizzati dai contadini per costruire le loro case, accoppiati al cemento armato mescolato alle terre del luogo conferma l’importanza di connettere il costruito con il paesaggio.

Il complesso a L si affaccia su un grande giardino con piscina a sfioro che riflette il paesaggio rurale circostante. Gli edifici ottocenteschi sono stati connessi da un volume angolare a doppia orditura esterna (sasso e mattoni faccia a vista che riproducono le pareti forate dei fienili) a contenimento dei sistemi di risalita e degli accessi interni.

Per sottolineare il nuovo intervento rispetto allo stato originale le aperture sono caratterizzare da elementi in ferro. All’interno prevalgono materiali naturali della tradizione costruttiva locale quali legno, ferro, pietra anche per gli arredi su misura dalle forme essenziali. Gli alloggi, tutti con cucina a scomparsa, ripropongono l’atmosfera calda e accogliente delle abitazioni di campagna.

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In apertura, la piscina di Corte Renèe, ph. Savorelli Associati. Il ritratto di Filippo Bricolo e Francesca Falsarella è di Michele Mascalzoni.

 

 

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